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Ruth Orkin, la fotografa che voleva fare la regista

Ruth Orkin, la fotografa che voleva fare la regista

Ai Musei Reali di Torino a cura di Anne Morin fino al 16 luglio

TORINO, 16 marzo 2023, 18:29

Redazione ANSA

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TORINO - C'è il fantasma del cinema e il suo fascino in tutto il lavoro di Ruth Orkin, fotografa che sognava di diventare una regista. Lo mette in evidenza la mostra dal titolo 'Ruth Orkin. Una nuova scoperta' che le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano dal 17 marzo al 16 luglio.
    L'esposizione, curata da Anne Morin, organizzata da diChroma, prodotta dalla società Ares con i Musei Reali, propone 156 fotografie, la maggior parte originali, che ripercorrono la storia della fotoreporter, fotografa e regista statunitense. Tra gli altri i ritratti di personalità come Robert Capa, Albert Einstein, Marlon Brando, Orson Welles, Lauren Bacall, Vittorio De Sica e Woody Allen. E' la più grande antologica mai realizzata in Italia.
    "Ruth Orkin amava il cinema anche grazie all'influenza della madre, Mary Ruby, attrice di film muti, che la portò a frequentare la Hollywood degli anni Venti e Trenta del Novecento. Voleva essere una regista, ma in un mondo cinematografico maschile ha dovuto trovare il suo posto altrove.
    Non ha rinunciato al suo sogno, ma lo ha affrontato in modo diverso, creando un linguaggio nuovo attraverso la fotografia", spiega Ann Morin. "L'esposizione - sottolinea Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali - continua la serie di mostre dedicate alla fotografia quale cifra identitaria delle Sale Chiablese, spazio riservato alle arti contemporanee e alla riflessione sui mezzi di comunicazione che hanno contribuito a mutare il volto della storia e della società".
    Ruth Orkin usava la macchina fotografica per filmare, o meglio per fissare dei movimenti: si vede nei lavori come I giocatori di carte o Jimmy racconta una storia. Tra gli scatti più interessanti Dall'alto: Orkin cattura da una finestra gli avvenimenti che si svolgono per strada, riprendendo persone ignare di essere oggetto del suo sguardo fotografico. In mostra anche il reportage per la rivista Life del 1951 in Israele a seguito della Israeli Philarmonic Orchestra. 
   

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