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Nuovi rinvenimenti archeologici a Doss Penede, in Trentino

Sito di 3 ettari, reperti dall'Età del Bronzo all'età imperiale

Redazione ANSA TRENTO

(ANSA) - TRENTO, 17 NOV - L'ultima campagna di scavo condotta dall'università di Trento con la soprintendenza per i beni culturali della provincia di Trento e il comune di Nago Torbole nel sito archeologico di Doss Penede ha permesso di portare alla luce nuovi rinvenimenti che vanno dall'Età del bronzo alla seconda Età del ferro, fino al periodo romano. L'area - informa una nota - era conosciuta già a partire dagli anni Novanta, ma è divenuta oggetto di indagine solo a fine 2018.
    "Quello che abbiamo scoperto finora ci permette di ipotizzare che l'insediamento non sia nato come iniziativa spontanea di una comunità locale, ma piuttosto come progetto organico, frutto di un'iniziativa pubblica, probabilmente legata alla città di Brixia (Brescia)", spiega Emanuele Vaccaro, ordinario di Archeologia classica all'Università di Trento e responsabile scientifico dello scavo. "Doss Penede - prosegue il docente - conosce tre grandi periodi di occupazione: la prima, più antica, risale all'Età del bronzo, tra la metà del 14/o secolo a.C. e il secolo successivo. Il sito si caratterizza poi per un'espansione significativa nella seconda Età del ferro, quando il territorio altogardesano era abitato dalle popolazioni retiche. L'ultima grande occupazione si colloca tra la romanizzazione e la tarda età imperiale, all'incirca tra la metà del 1/o secolo a.C. e gli inizi del 4/o secolo d.C".
    I risultati della campagna 2022 hanno permesso di circoscrivere il sito a più di tre ettari, occupati capillarmente. "È un luogo estremamente importante nell'ambito della ricerca archeologica del Trentino, in primo luogo per l'estensione, ma anche per lo stato di conservazione stupefacente e per il ruolo particolare di questo luogo rispetto alle testimonianze emerse finora nell'Alto Garda. Le prospettive di ricerca sono davvero importanti, soprattutto considerando che fino ad ora è stata indagata una minima parte dell'area", aggiunge Cristina Bassi, archeologa della Soprintendenza per i beni culturali.
    La campagna di scavo 2022, che coinvolge anche studenti dell'università di Trento, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Verona, si fermerà nei prossimi giorni per la consueta pausa invernale. (ANSA).
   

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