"Gli aumenti dei costi minano alla
radice la capacità del settore di mantenere i conti economici in
equilibrio. Il nostro sforzo sarà quello di trasferire il meno
possibile il rincaro dei costi di energia e materie prime sul
consumatore, aprendo un dialogo con i grandi gruppi che
commercializzano il nostro prodotto e con il retail affinché il
nostro prodotto rimanga accessibile ad un numero sempre maggiore
di famiglie. Il Parmigiano Reggiano è molto più di un pezzo di
formaggio e non può mancare sulle tavole degli italiani". Lo ha
dichiarato, con una nota, il presidente del Consorzio
Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli in occasione dello
svolgimento a Torino di Terra Madre-Salone del Gusto, in
programma fino al 26 settembre. Sul rincaro dei formaggi il
presidente del Consorzio ha evidenziato che "dopo due anni di
assoluta stabilità, il prezzo del Parmigiano Reggiano ha subito
un leggero incremento, decisamente inferiore rispetto a quello
di altri prodotti di largo consumo, pensiamo - ha sottolineato -
a olio (+79,5%), sughi (+34,9%), pasta di semola (+31,4%), carne
di pollo (+29,2%)". Bertinelli ha aggiunto che "i costi di
produzione hanno subito un incremento complessivo pari al
15%-20%. Ciò è dovuto all'aumento del costo delle materie prime
, in primis, i cereali e al caro energia. Il margine di guadagno
per le nostre aziende si è molto ridotto. Tuttavia, la nostra
filiera si è dimostrata capace di assorbire i rincari senza
riversarli sul consumatore finale che compra oggi il nostro
prodotto. È ovvio che rimangono motivi di preoccupazione per un
eventuale ulteriore aumento dei costi. Ci confortano i dati del
primo semestre 2022, indicanti un incremento delle vendite e dei
consumi mondiali pari al +2,4% a volumi". Su possibili aiuti del
Governo ha commentato invece che "è essenziale che diminuisca le
uscite di cassa da parte delle aziende. Casse che, a causa
dell'aumento dei costi - ha sottolineato - continuano a
svuotarsi".
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