Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'Amazzonia potrebbe non essere più il polmone verde della Terra

L'Amazzonia potrebbe non essere più il polmone verde della Terra

Sempre più CO2 da disboscamento e incendi

27 gennaio 2023, 18:00

Redazione ANSA

ANSACheck

La foresta amazzonica dopo un incendio (fonte: Marizilda Cruppe, Erika Berenguer) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foresta amazzonica dopo un incendio (fonte: Marizilda Cruppe, Erika Berenguer) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La foresta amazzonica dopo un incendio (fonte: Marizilda Cruppe, Erika Berenguer) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Incendi e deforestazione stanno incalzando in Amazzonia con un ritmo che non ha precedenti e che rischia di spingere il polmone verde del pianeta verso una soglia critica, un punto di non ritorno che potrebbe avere conseguenze sull’intero pianeta. Tanto che per il 2050 le proiezioni indicano che incendi e disboscamento illegali diventeranno i primi generatori di CO2 in Amazzonia. A lanciare l’allarme sono due studi pubblicati sulla rivista Science, che in modo indipendente hanno esaminato i dati sui profondi cambiamenti avvenuti nella foresta amazzonica negli ultimi anni, dovuti a una notevole intensificazione delle attività umane. 

 

 

La foresta amazzonica dopo un incendio (fonte: Marizilda Cruppe, Erika Berenguer)

 

Considerata da sempre uno degli ecosistemi più vulnerabili e critici per garantire l’equilibrio dei cicli del carbonio e dell’acqua, nonché degli habitat di circa un terzo delle specie viventi finora note, la foresta pluviale dell’Amazzonia è sconvolta da cambiamenti che la stanno degradando progressivamente. Da entrambi gli studi emerge che incendi e deforestazione stanno producendo quantità di CO2 sempre maggiori, con serie conseguenza sulla biodiversità e sugli equilibri socioeconomici che ricadono sugli abitanti della foresta. 

La superficie di foresta amazzonica attualmente degradata da incendi, disboscamento e siccità è pari al 38% di quello che complessivamente resta dell’Amazzonia, si legge nella ricerca il cui primo autore è David M. Lapola, del Centro di ricerca meteorologica e climatica applicata all'agricoltura (Cepagri), dell’Università brasiliana di Campinas. La degradazione della foresta, rilevano gli autori della ricerca, si traduce per esempio in una riduzione del 34% della quantità di acqua che passa dal suolo all’aria per effetto della traspirazione attraverso le piante e l’evaporazione dal terreno (evapotraspirazione). Questo effetto, a sua volta, finisce per impoverire la biodiversità e per modificare il paesaggio, generando in questo modo anche una forte disomogeneità socioeconomica. Le proiezioni, scrivono i ricercatori, indicano che il degrado continuerà a essere un’importante fonte di emissioni di CO2, indipendentemente dalla deforestazione.

 

Alberi morti nella foresta amazzonica (fonte: Marizilda Cruppe, Erika Berenguer)

“L’Amazzonia si trova attualmente in una fase di rapida transizione da una paesaggio costituito in gran parte da foreste a un paesaggio senza foreste”, si legge nel secondo articolo, il cui primo autore è James S. Albert, dell’Università americana della Louisiana a Lafayette. “Questi cambiamenti stanno avvenendo troppo rapidamente perchè le specie che vivono in Amazzonia, le persone e gli ecosistemi riescano a reagire e ad adattarsi”, scrivono ancora i ricercatori. Riferendosi ai risultati del rapporto del Panel scientifico per l’Amazzonia (Spa) del 2021, i ricercatori rilevano che l’Amazzonia sta cambiando a una velocità superiore da centinaia a migliaia di volte rispetto ai cambiamenti naturali osservati finora. “Mentre ci avviciniamo a un punto di svolta irreversibile per l'Amazzonia, la comunità globale deve agire adesso. Le politiche per prevenire le conseguenze peggiori sono state identificate e realizzarle è solo una questione di volontà politica”. La posta in gioco, concludono, è altissima per tutti perché "il fallimento dell'Amazzonia significa il fallimento della biosfera e della capacità di agire, a nostro rischio e pericolo".

 

Un incendio nella foresta amazzonica (fonte: Adam Ronan, Erika Berenguer)

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza