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Risale a 550 milioni di anni fa il pasto più antico, era a base di alghe

Risale a 550 milioni di anni fa il pasto più antico, era a base di alghe

Getta luce sui primi antenati di tutti gli animali

30 novembre 2022, 11:00

Redazione ANSA

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Fossile di Kimberella, un esemplare della fauna di Ediacara (Fonte: Dr Ilya Bobrovskiy/GFZ-Potsdam) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fossile di Kimberella, un esemplare della fauna di Ediacara (Fonte: Dr Ilya Bobrovskiy/GFZ-Potsdam) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Fossile di Kimberella, un esemplare della fauna di Ediacara (Fonte: Dr Ilya Bobrovskiy/GFZ-Potsdam) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Risale a 550 milioni di anni fa il pasto più antico della Terra, ed è stato a base di alghe e batteri provenienti dal fondo dell’oceano: a consumarlo sono stati due esemplari dei primi antenati di tutti gli animali che oggi popolano il pianeta, appartenenti alla cosiddetta ‘fauna di Ediacara’. La scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology, è stata fatta da ricercatori guidati dal Centro tedesco di ricerca per le geoscienze di Potsdam, grazie a fossili rinvenuti nel 2018 sulle ripide scogliere russe che si affacciano sul Mar Bianco. Lo studio getta luce sulla capacità di nutrirsi di queste strane creature, che sono i più antichi fossili abbastanza grandi da essere visibili ad occhio nudo.
I ricercatori, guidati da Ilya Bobrovskiy, hanno analizzato le molecole rimaste intrappolate nei fossili dopo il loro ultimo pasto, scoprendo così le grandi differenze tra i due esemplari: Kimberella, simile ad una lumaca, aveva una bocca e un intestino e digeriva il cibo allo stesso modo degli animali moderni, mentre Dickinsonia, che raggiungeva 1,4 metri di lunghezza, non aveva occhi, bocca o intestino e assorbiva il cibo mentre nuotava sul fondo oceanico.
“I nostri risultati suggeriscono che gli animali della fauna di Ediacara, che vivevano sulla Terra 20 milioni di anni prima della cosiddetta ‘esplosione cambriana’ della moderna vita animale (avvenuta circa 538 milioni di anni fa), erano uno strano miscuglio, alcuni più primitivi e altri molto più evoluti”, dice Bobrovskiy. “Questo, per noi, è stato un momento ‘Eureka’: utilizzando sostanze chimiche conservate nei fossili – aggiunge il ricercatore – siamo riusciti a rendere visibile il cibo ingerito dagli animali anche se l'intestino è da tempo scomparso”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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