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Sorprese dal primo buco nero mai scoperto

Sorprese dal primo buco nero mai scoperto

Cygnus X-1 ha più massa del previsto, oltre 20 volte quella del Sole

19 febbraio 2021, 16:56

Redazione ANSA

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Raffigurazione di un buco nero simile al misterioso Cygnus X-1, la cui massa sembra il 50% maggiore delle attese. (fonte: NASA/NASA 's Goddard Space Flight Center). - RIPRODUZIONE RISERVATA

Raffigurazione di un buco nero simile al misterioso Cygnus X-1, la cui massa sembra il 50% maggiore delle attese. (fonte: NASA/NASA 's Goddard Space Flight Center). - RIPRODUZIONE RISERVATA
Raffigurazione di un buco nero simile al misterioso Cygnus X-1, la cui massa sembra il 50% maggiore delle attese. (fonte: NASA/NASA 's Goddard Space Flight Center). - RIPRODUZIONE RISERVATA

È un enigma il primo buco nero mai scoperto e il più vicino, Cygnus X-1, lontano poco più di 6.000 anni luce, nella costellazione del Cigno, nella Via Lattea: la sua massa sembrerebbe decisamente maggiore di quella prevista dal 1964 a oggi, il 50% in più delle attese. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science dall'australiana Curtin University e dell’International Centre for Radio Astronomy Research (Icrar) australiano, coordinati da James Miller-Jones.

Lo studio è basato sui dati raccolti dal radiotelescopio americano Very Long Baseline Array (Vlba), una rete di una decina di parabole distribuite sul territorio degli Stati Uniti. “Le nuove osservazioni - spiega Miller-Jones - mostrano che Cygnus X-1 ha una massa più di 20 volte quella del Sole, corrispondente a un aumento del 50% rispetto alle stime precedenti”.

Inoltre, per Xueshan Zhao, dell’Accademia Cinese delle Scienze, tra gli autori dello studio, “i dati indicano anche che Cygnus X-1 ruota in modo incredibilmente veloce, molto vicino alla velocità della luce e più veloce di qualsiasi altro buco nero trovato fino ad oggi”.

Scoperto nel 1964, Cygnus X-1 fu al centro di una scommessa tra il celebre cosmologo Stephen Hawking e Kip Thorne, premio Nobel per la Fisica nel 2017 per la scoperta delle onde gravitazionali. Hawking credeva che non fosse un buco nero e alla fine, nel 1990, fu costretto a ricredersi.

“Il nuovo identikit di Cygnus X-1, insieme ai dati che arrivano dai cacciatori di onde gravitazionali - spiega all’ANSA il fisico Salvatore Capozziello, che insegna cosmologia e Relatività Generale all’Università Federico II di Napoli, ed è associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) - mettono in discussione i nostri modelli sulla formazione di questi buchi neri come stadio finale dell’evoluzione di stelle morenti. Ne vedremo delle belle nei prossimi anni”.

Maggiori informazioni sulle caratteristiche di questo buco nero arriveranno dal più grande radiotelescopio al mondo, lo Square Kilometre Array (Ska), una rete di parabole in costruzione tra l’Australia e il Sudafrica.

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