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Covid: Lincei,ristori per i giovani ricercatori non di ruolo

Covid: Lincei,ristori per i giovani ricercatori non di ruolo

Penalizzati soprattutto le donne e i genitori con figli

25 aprile 2021, 08:02

Redazione ANSA

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I Lincei chiedono ristori per i giovani ricercatori non di ruolo danneggiati dal lockdown (fonte: Krustovin August da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I Lincei chiedono ristori per i giovani ricercatori non di ruolo danneggiati dal lockdown (fonte:  Krustovin August da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I Lincei chiedono ristori per i giovani ricercatori non di ruolo danneggiati dal lockdown (fonte: Krustovin August da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' necessario un piano ristori anche per i giovani ricercatori non di ruolo, soprattutto se donne e genitori di figli minori: sono stati penalizzati in modo "particolarmente drammatico" dall'impatto disastroso che la pandemia e le conseguenti chiusure delle attivita' hanno avuto sulla ricerca e la formazione. E' quanto chiedono in un documento le Commissioni Pari Opportunita' e Universita' dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Tra le conseguenze della pandemia basti pensare ai molti convegni e workshop annullati, i tanti laboratori periodicamente chiusi e le molte collaborazioni interrotte. Il tempo dedicato alla ricerca ha subito una drastica riduzione e ha dovuto scendere a patti con le esigenze del confinamento domestico e dell'assistenza dei bambini e degli anziani.

"L'impatto di quest'insieme di fattori e' stato particolarmente drammatico sui ricercatori non di ruolo - si legge nel documento - perche' la perdita di opportunita' di viaggio e di formazione, il rallentamento della produttivita' della ricerca e l'incertezza del mercato del lavoro avranno molto probabilmente una ricaduta a lungo termine sulle loro carriere". Fattori evidenti soprattutto per le ricercatrici e i genitori di figli minori di entrambi i sessi.

"Le universita' , gli enti di ricerca, i governi e le agenzie di finanziamento - prosegue il documento - dovrebbero estendere i contratti dei ricercatori in posizioni temporanee, per compensare la perdita di produttivita' durante la crisi, con particolare attenzione alle donne e ai genitori di figli minori. I ricercatori con contratti a termine non sono infatti stati protetti con strumenti di cui altre categorie hanno potuto giovarsi".

L'estensione dei contratti pero' "non puo' essere a carico dei fondi di ricerca stanziati, gia' impegnati ai fini previsti dai progetti, ma deve prevedere uno specifico piano ristori per la ricerca, che consideri anche i contratti degli enti di ricerca e i contratti su fondi europei o non statali. Spetta al ministero dell'Universita' e Ricerca - conclude il documento - trovare le modalita' di attuazione di tale piano ristori per i ricercatori, che deve tenere conto anche delle implicazioni relative a fondi pensionistici e all'assistenza sanitaria".

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