L'esposizione alla luce aumenta fino a 100 volte la conduttività dell'invisibile 'rete elettrica' globale presente in natura, fatta di nanocavi generati da batteri che vivono nel suolo o sotto gli oceani. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Communications dai ricercatori dell'Università di Yale, potrebbe aprire la strada allo sfruttamento di questa 'infrastruttura' naturale per vari scopi, come la creazione di nuove fonti di carburanti rinnovabili o lo smaltimento di rifiuti pericolosi.
Quasi tutti gli esseri viventi respirano ossigeno per eliminare gli elettroni in eccesso che si liberano nella trasformazione dei nutrienti in energia. I batteri che vivono in assenza di ossigeno, nel terreno o sotto gli oceani, hanno invece sviluppato dei microfilamenti che permettono di trasferire gli elettroni ai minerali del suolo, attraverso un processo per loro tanto importante quanto lo è per noi respirare.
Questi batteri vivono nell'oscurità, ma quando vengono esposti alla luce crescono più velocemente. I ricercatori hanno scoperto che ciò accade perché nei nanofilamenti batterici c'è una proteina (chiamata citocromo OmcS) che contiene atomi metallici ed è un fotoconduttore naturale, ha cioè una conducibilità che aumenta sensibilmente per effetto dell'esposizione alla luce. "E' una forma completamente diversa di fotosintesi", spiega il coordinatore dello studio Nikhil Malvankar. "Qui la luce accelera la respirazione dei batteri determinando un rapido trasferimento di elettroni tra i nanofilamenti". Ora i ricercatori intendono verificare se questa conduttività può essere sfruttata nei dispositivi elettronici che interagiscono con la luce (optoelettronica) e per sequestrare il metano, uno dei gas serra che più contribuiscono al cambiamento climatico.