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Epatiti anomale, ipotesi di una doppia azione adenovirus-SarsCoV2

Epatiti anomale, ipotesi di una doppia azione adenovirus-SarsCoV2

Remuzzi, dopo la malattia il virus potrebbe nascondersi nell'organismo

24 maggio 2022, 15:21

Redazione ANSA

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Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: peter-gamal da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: peter-gamal da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione grafica del virus SarsCoV2 (fonte: peter-gamal da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una doppia azione dovuta alla compresenza dell'adenovirus e del virus SarsCoV2: e' questa l'ipotesi che al momento sembra piu' probabile per spiegare l'origine dei casi di epatite che nelle ultime settimane si stanno verificando nei bambini. "Alla base c'e' la possibilita' che nei bambini che hanno avuto l'infezione da SarsCoV2, questo virus possa essersi nascosto e annidato", ha detto all'ANSA Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto 'Mario Negri'.

Questo potrebbe avvenire, per esempio, anche nel caso in cui i bambini abbiano avuto l'infezione, ma non i sintomi, o se hanno superato l'infezione: "se il virus non viene piu' rilevato, non e' detto che non ci sia un reservoir".

L'intestino, prosegue Remuzzi, potrebbe essere il luogo in cui si nasconde il virus; quest'ultimo rilascerebbe in modo costante le sue proteine, che insieme comincerebbero ad agire come un super-antigene, ossia come un unico agente capace di stimolare la reazione del sistema immunitario. In particolare, verrebbero attivate le cellule T, che si solito sferrano il loro attacco contro un bersaglio preciso; tuttavia, il super-antigene riesce a deviarle e alla fine le cellule immunitarie cominciano a liberare una grandissima quantita' di citochine, ossia delle sostanze responsabili delle infiammazioni. Il meccanismo e' lo stesso che provoca la cosiddetta tempesta di citochine e che nei bambini scatena la malattia multisistemica.

Questo processo puo' avvenire anche quando un bambino che ha avuto l'infezione da SarsCoV2 viene a contatto con l'adenovirus, soprattutto quello del sottotipo 41-F, osservato in molti casi di epatiti anomale.

Secondo Remuzzi "sarebbe l'ipotesi piu' convincente" perche' riesce a dare una collocazione a tutti i fattori finora osservati nelle epatiti anomale, ossia "il fatto che la maggior parte dei bambini ha l'adenovirus, che l'adenovirus sta circolando contemporaneamente al SarsCov2, che non siano coinvolti i virus delle epatiti noti e che sia chiara l'origine virale dei casi".

Per avere la risposta, prosegue, si dovrebbe "analizzare il siero dei bambini che hanno avuto le epatiti anomale per capire quanti sono stati sposti al virus SarsCov2 e, per capire se potrebbero avere ancora una riserva, bisognerebbe analizzare la presenza del virus nelle feci. Da solo - conclude - l'adenovirus 41-F non e' in grado di dare la malattia".

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