Per i bambini che nascono molto prematuri le probabilità di sopravvivere non sono altissime, ma sono cresciute notevolmente negli ultimi 10 anni: se ricevono cure avanzate, oggi riesce a farcela il 30% dei neonati nati a 22 settimane e il 55,8% di quelli nati a 23 settimane. A riferirlo è uno studio americano pubblicato su Jama, che ha esaminato gli esiti di 10.877 bambini nati a 22-28 settimane di età gestazionale tra il 2013 e il 2018 in 19 centri medici universitari degli Usa.
L'analisi ha mostrato che nel complesso il 78,3% dei bimbi nati estremamente pre-termine (prima, cioè, della 28/ma settimana di gestazione) è sopravvissuto fino alla dimissione, in aumento rispetto al 76% della precedente rilevazione effettuata nel periodo 2008-2012. L'aumento della sopravvivenza ha riguardato soprattutto i neonati più prematuri: il 30% dei bimbi nati a 22 settimane oggi può tornare a casa con mamma e papà, nella precedente rilevazione solo il 7% riusciva a farcela. Il dato sale ulteriormente al 55,8% per i nati a 23 settimane di gestazione, che nella pretendete rilevazione erano il 32%.
Questo risultato, spiegano i ricercatori, "può essere attribuito a molteplici fattori, incluso il miglioramento dei protocolli di trattamento nei centri medici partecipanti".
Nonostante l'aumento delle probabilità di sopravvivere, nascere così precocemente comporta spesso problemi di salute per i bambini. Un follow up a 2 anni ha mostrato che l'8,4% dei bimbi nati tra la 22^ e la 26^ settimana di gravidanza aveva una paralisi cerebrale da moderata a grave, l'1,5% aveva perso la vista in entrambi gli occhi, il 2,5% aveva bisogno di apparecchi acustici o impianti cocleari e il 15,4% aveva bisogno di ausili per la mobilità come plantari, tutori, deambulatori o sedie a rotelle, 49,9% era stato costretto a ricoveri ospedalieri.
Il 48,7% non presentava una compromissione dello sviluppo neurologico o comunque aveva un problema lieve, tuttavia nel 29,3% lo sviluppo neurologico era moderatamente compromesso e nel 21,2% dei casi la compromissione era grave. (ANSA).