(ANSA) - ROMA, 22 LUG - Tutta colpa di Pandora. E dell'antica
Grecia. Dalle Olimpiadi antiche vietate alle donne a quelle di
Tokyo all'insegna della parità di genere, la storia insegna che
lo sport emancipa. L'ultimo libro di Eva Cantarella, docente
universitaria e studiosa del mondo classico, si intitola proprio
cosi': 'Protagoniste: l'emancipazione femminile attraverso lo
sport', e racconta il cammino delle donne dall'antichita' al XX
secolo. "La notizia che le Olimpiadi di Tokyo saranno quelle
della parità di genere mi affascina: le guardero' con un occhio
piu' attento", dice all'ANSA.
"Delle protagoniste dell'emancipazione femminile nella storia
sappiamo tutto, ma di quelle dello sport no - spiega - E invece
le sportive hanno avuto una parte fondamentale nel superamento
dell'idea che le donne fossero geneticamente inferiori".
Un'idea, ammette non senza dolore la grecista Cantarella, che si
deve alla cultura di Pericle e della culla dell'umanita'. "Non
v'è alcun dubbio: all'antica Grecia dobbiamo larga parte della
nostra civilità, ma anche la teorizzazione dell'inferiorita'
esistenziale delle donne. Basta pensare al mito di Pandora: e'
parallelo a quello di Eva, ma mentre la protagonista della
Bibbia nasce dalla costola dell'uomo ed e' suo compagna, quella
del mito greco e' stata appositamente mandata sulla terra per
rendere infelice l'uomo". Basta leggere Senofonte, aggiunge
Cantarella, che insegna a Milano ed e' stata visitor Professor a
New York. "Nell' 'Economico', il suo ritratto di donna ideale è
chiaro: deve fare ciò che per lei e' naturale, generare figli e
averne cura. Ad altro non può aspirare". Di qui l'idea che le
donne non siano competitive. "In alcune città le ragazze
correvano non per vincere ma come rito di passaggio, per
divenire donne da marito. A Olimpia invece erano bandite, ma il
mito - svela - racconta di un'Olimpiade parallela, le Eriadi,
varate da Ippodamia moglie del fondatore. Lì le donne
gareggiavano, vincevano e dedicavano la corona alla statuta di
Era". Ma da quell'idea, nacque la scelta di De Coubertin di
escludere le donne dai Giochi. "Penso che oggi il fondatore dei
Giochi moderni si rivolterebbe nella tomba", ironizza
Cantarella. Ammirata dalle sportive che hanno lottato per
l'emancipazione. "Ci sono vere e proprie pioniere, come
Alfonsina Strada, prima donna a competere con gli uomioni nel
ciclismo, o Alice Milliat, che ottenne l'ammissione
dell'atletica femminile ad Amsterdam '28".
Oggi, la parita' sembra raggiunta. "In poco più di un secolo,
l'Occidente ha ottenuto una conquista straordinaria: la parità
rende felici non solo le donne, ma anche gli uomini. Penso a
quella parte di mondo che non puo' vivere questa felicità, dove
la religione gioca un ruolo fondamentale. E' stato cosi' anche
per noi, con i padri della Chiesa che parlavano della donna come
'porta del Diavolo'". Ma Pandora non gareggia più, e
Eva Cantarella assicura: "Queste Olimpiadi, sì che le seguirò"
(ANSA).