(ANSA) - ROMA, 01 LUG - Un bambino che vive nel Mezzogiorno
ha un rischio del 70% più elevato rispetto a un suo coetaneo del
Centro-Nord di dover migrare in altre regioni per curarsi. E'
quanto emerge da uno studio italiano, appena pubblicato su
Italian Journal of Pediatrics e illustrato oggi in conferenza
stampa dalla Società Italiana di Pediatria (Sip), che ha
valutato per la prima volta l'entità della migrazione sanitaria
dei minori nel nostro Paese.
Il lavoro, a cura di Mario De Curtis, Francesco Bortolan,
Davide Diliberto e Leonardo Villani, è stato condotto su tutti
7.871.887 bambini e ragazzi con un'età inferiore a 15 anni. I
dati hanno messo in luce che quelli residenti nel Mezzogiorno
rispetto a quelli residenti nel Centro-Nord sono stati curati
più frequentemente in altre regioni (11,9% contro 6,9%), numero
che cresce soprattutto quando si considerano i ricoveri ad alta
complessità. Il costo della migrazione sanitaria dal
Mezzogiorno, dove risiede circa il 35% dei bambini/ragazzi,
verso altre regioni è stato di 103,9 milioni di euro pari al
15,1% della spesa totale dei ricoveri. Inoltre, il trasferimento
verso le strutture del Centro-Nord per alcune regioni del Sud ha
un impatto economico molto elevato: per il Molise è pari al
45,9% di tutte le spese sanitarie per l'assistenza ai minori
under 15, per la Basilicata al 44,2%, per la Calabria e
l'Abruzzo rispettivamente 26,9 % e 26,3%. In termini assoluti la
Campania, regione del Sud con il più elevato numero di bambini,
è quella che spende di più per ricoveri fuori regione: 25
milioni di euro pari al 12% dei costi sanitari per questa
fascia. "La migrazione sanitaria dei minori lontano da casa -
afferma Mario De Curtis, presidente del Comitato per la Bioetica
della Sip - determina profonde sofferenze per il distacco dal
luogo di origine, problemi economici per le famiglie per le
spese del trasferimento e difficoltà di lavoro dei genitori per
l'allontanamento dalla loro sede". (ANSA).