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Nel 2040 19 mln anziani, sfida per sanità è anche digitale

Censis,per pandemia 46 mln visite e 3 mln screening in meno 2020

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L’Italia invecchia e si ammala di più, ma gli italiani chiedono di puntare sul digitale. Nel 2040 ci saranno oltre 19 milioni di anziani e 28 milioni di cronici, con incrementi rispettivamente del 38,5% (+5,4 milioni di over-65) e del 12% (+3 milioni di cronici). A questa nuova sfida del Sistema sanitario nazionale va aggiunta la Sanità “sospesa” per la pandemia e con tutti i suoi effetti, con 46 milioni di visite specialistiche e accertamenti diagnostici e 3 milioni di screening oncologici in meno nel 2020 rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dallo studio “I Cantieri per la Sanità del Futuro”, realizzato da Censis e Janssen Italia presentato oggi a Roma nella sede del Cnel e trasmesso in streaming su ANSA.it. Sanità di prossimità e Sanità digitale sono le due direttrici indicate sia dai cittadini sia dai rappresentanti istituzionali nazionali e regionali.

Cosa chiedono gli italiani alla sanità digitale del futuro? L’86,5% vuole poter prenotare prestazioni sanitarie direttamente da smartphone, pc, laptop, l’86,6% vuole avere accesso alla cartella sanitaria ovunque e in modo semplice. Il 52% degli italiani si attende di vedere più efficienza (cioè che si faccia "di più e meglio su liste di attesa, strutture, servizi"), il 33,2% più umanità, (con "maggiore attenzione al malato come persona, più ascolto, dialogo, empatia"), il 33% più responsabilizzazione dei cittadini, (anche con l’assunzione di stili di vita adeguati), il 30,8% più collaborazione tra i diversi soggetti della sanità, (cioè pubblico, privato, non profit, volontariato, cittadini) il 26% più equità (con un accesso garantito in modo eguale al di là di residenza, ceto, sesso, età, nazionalità). Oltre il 91% degli italiani approva l’uso della telemedicina purché resti centrale il rapporto diretto medico-paziente.

Del totale assegnato alla Missione salute del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, circa 10 miliardi saranno dedicati alla prossimità, al digitale e alle relative competenze. Per la sanità digital le esperienze realizzate finora in maniera indipendente dai vari territori hanno dato vita a una moltiplicazione di piattaforme e progetti, con il risultato che l’Italia vanta una babele di software, device, tecnologie. Del digitale, secondo lo studio Censis-Janssen Italia, è "emersa la fragilità e, ad oggi, l’incapacità di informare di sé la sanità perché in troppi casi si è constatata l’insufficiente digitalizzazione o l’altrettanto pericolosa digitalizzazione dell’analogico che finisce per generare più danni che benefici".

"E’ già il tempo di ridisegnare l’offerta sanitaria partendo dal meglio delle sperimentazioni con la consapevolezza che ci sono lacune del passato che vanno colmate e nodi del futuro da sciogliere – ha spiegato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. - L'esperienza traumatica della pandemia ha dimostrato che la sanità è la pietra angolare della società migliore che gli italiani si aspettano. La transizione demografica del nostro Paese, con più anziani, più malati cronici e non autosufficienti nei prossimi decenni, ci obbliga a ripensare l'offerta sanitaria secondo sperimentazioni e servizi innovativi. Va compiuta una rivoluzione copernicana: va messo al centro il cittadino-paziente, non le strutture". "L’Italia del domani parte dalla capacità di avere un servizio sanitario più forte capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. È il tempo di un grande patto-Paese sulla salute", ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. All’incontro hanno partecipato i tre assessori regionali alla Sanità Alessio d’Amato (Lazio), Manuela Lanzarin (Veneto) e Pier Luigi Lopalco (Puglia).

 

 

 

In collaborazione con:
JANSSEN

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