Il servizio sanitario nazionale si
prepari agli effetti psicologici derivanti dalla pandemia,
sintomatologie come ansia e depressione finora "contenute" dal
contesto emergenziale stesso ma pronte a manifestare i loro
effetti a lungo termine: lancia un grido d'allarme Armando
Cozzuto, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania,
in vista di un tanto atteso "ritorno alla normalità" che non può
non tenere conto di quanto la popolazione ha vissuto e vive
tuttora in termini di impatto psicologico.
"La letteratura scientifica ce lo conferma - sottolinea Cozzuto
- ed è già successo in passato: i sintomi inizialmente possono
non manifestarsi se non in forma attenuata, come accaduto in
altri momenti storici ad alto impatto stressante (es. guerre,
catastrofi naturali...) per poi presentare il conto più alto nel
"post". Come un atleta che sente tutta la fatica e la stanchezza
solo quando riesce a fermarsi. In sostanza, secondo Cozzuto,
quando la pandemia terminerà non terminerà l'emergenza, nel
senso che ci ritroveremo di fronte ad una vera e propria
emergenza psicologica.
Per Cozzuto bisognerà attenzionare soprattutto le fasce
sensibili della popolazione: bambini, adolescenti, anziani,
persone con disabilità, insieme a tutti noi che ci ritroveremo a
convivere con un'idea che prima nella nostra mente forse non
c'era: quella del contagio. "Dovremo aggiungere anche questo al
nostro bagaglio - spiega - e riuscire a metabolizzarlo. Mai
come adesso le istituzioni devono farsi trovare pronte a
garantire l'assistenza psicologica ai cittadini prevista già da
tempo dai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)".
E in Italia di forza lavoro in questo settore ce n'è: "Sono
circa 130mila gli psicologici in Italia, - fa sapere il
presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania - quasi un
terzo di tutta la UE. Ma solo il 5% opera in modo strutturato
all'interno del sistema sanitario nazionale, circa 6mila su
130mila. Pochissimi. Ci sono consultori dove un solo psicologo
si ritrova a fronteggiare le richieste provenienti anche da
40-60mila cittadini: così è impossibile".
La Campania però, fa sapere Cozzuto, è all'avanguardia sotto il
profilo normativo: "Nonostante la pandemia e le difficolta ad
essa legate - evidenzia - lo scorso agosto siamo riusciti a far
approvare, all'unanimità, una legge regionale che istituisce il
servizio di psicologia di base".
Si tratta di un'iniziativa finalizzata a fornire un primo
supporto a chi è in difficoltà, in piena sinergia col medico di
famiglia e col pediatra di libera scelta: "L'obiettivo - spiega
ancora il presidente dell'Ordine degli Psicologici della
Campania - è quello di fornire un primo livello di assistenza di
base e ridurre così il rischio di disagio psicologico. La legge,
poi impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per
"sospetta" incostituzionalità, passerà dunque al vaglio della
Consulta".
La Campania, sottolinea Cozzuto, sprona così il governo a
seguire il DDL sullo psicologo delle cure primarie a livello
nazionale. In Campania la nostra legge prevedeva dei fondi
iniziali, un budget di 600mila euro all'anno per due anni, che
avrebbero consentito per la prima volta l'ingresso di una prima
tranche di colleghi pronti a dare il loro importante
contributo".
Secondo il presidente gli effetti della loro presenza, del loro
operato, sarebbero stati immediatamente palpabili e subito
quantificabili tenendo ad esempio in considerazione i dati
relativi alla prescrizione e all'uso di psicofarmaci: "La
mancata assistenza psicologica comporta un aumento dei casi
clinici di ansia e depressione che se non trattati possono
facilmente diventare cronici con un conseguente aumento dei
costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Tutto può essere
limitato grazie a una risposta integrata e tempestiva". In
sostanza, secondo Cozzuto, "la psicologia, allo Stato,
conviene".
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