Un anno di trattamento e poi uno stop
di tre mesi. Questo quanto previsto fino adesso da Aifa -
Agenzia italiana del farmaco, per la cura di pazienti con
emicrania con anticorpi monoclonali anti-CGRP in regime di
rimborsabilità. L'Agenzia regolatoria ha però ha ora accolto
la richiesta, presentata ad aprile scorso dalla Società Italiana
di Neurologia (Sin), in collaborazione con Anircef (Associazione
Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee) e Sisc
(Società Italiana per lo Studio delle Cefalee), di rivedere il
periodo di sospensione. Nella seduta del 24 maggio scorso la
Cts, Commissione tecnico-scientifica di Aifa ha infatti ritenuto
possibile prevedere la ripresa del trattamento nel momento in
cui (a partire dal primo mese di sospensione) si dovessero
ripresentare i criteri che ne hanno previsto la prima
prescrizione (ovvero, almeno 8 episodi di emicrania con
punteggio MIDAS ≥ 11). I dati scientifici su cui fondare
l'individuazione di un periodo di tempo adeguato nel corso del
quale il quale il paziente debba essere sottoposto alla
somministrazione degli anticorpi anti CGRP non sono univoci per
Sin, Anircef e Sisc, "e le poche evidenze disponibili in
letteratura su esperienze 'real life' mettono in evidenza un
peggioramento graduale e progressivo dei pazienti emicranici a
seguito della sospensione della terapia, pur in assenza di un
costante ritorno ai valori di partenza". Tali dati risultano
sovrapponibili alla esperienza clinica dei centri Cefalee
italiani in quanto "appare chiaro il peggioramento clinico cui
vanno incontro i pazienti emicranici nei mesi in cui il
trattamento viene sospeso". "Ringraziamo Aifa - evidenzia
Gioacchino Tedeschi, presidente Sin - in questo modo eviteremo
gravi sofferenze a quei pazienti che, come da determine Aifa,
provengono da terapie preventive per l'emicrania e che abbiano
già mostrato una risposta insufficiente dopo almeno 6 settimane
di trattamento, che siano intolleranti o che presentino chiare
controindicazioni ad almeno 3 classi di farmaci per la
prevenzione dell'emicrania. Pazienti per i quali non sono più
individuabili altri farmaci efficaci in regime di
rimborsabilità. E proprio sulla rimborsabilità si rischiava una
questione di disuguaglianze sociali, consentendo solo a chi
poteva affrontare una spesa ingente, la possibilità di non
interrompere il trattamento".
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