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Poetry Slam, la poesia è performance

Poetry Slam, la poesia è performance

Tra versi e arte, spopola il fenomeno nato negli Usa

ROMA, 10 maggio 2021, 13:12

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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In piedi, tra il pubblico, a declamare versi. Un po' come gli aedi dell'antica Grecia, i primi attori del teatro elisabettiano o, arrivando all'oggi, i rapper delle strade di New York. Con la platea pronta a giudicare, osannare o bersagliare di proteste. È la carica dei nuovi artisti del Poetry Slam, forma di poesia performativa che a suon di rime e competizioni dagli Stati Uniti è approdata in Italia in maniera ufficiale poco più di dieci anni fa e oggi conta un migliaio di iscritti alla Lips, la Lega Italiana Poetry Slam. A portare alto il tricolore è il pugliese Giuliano Logos, che rappresentando l'Italia ha vinto la Coppa del Mondo il 12 maggio a Parigi.
Tutto nasce a metà degli anni Ottanta a Chicago, quando Marc Kelly Smith, operaio-poeta oggi 72 enne, lancia al Green Mill Cocktail Lounge i lunedì delle competizioni di poesia. Un appuntamento fisso che da lì a poco sbarca anche a New York e poi San Francisco e che è molto di più di un semplice intrattenimento, così connesso al genere letterario della Spoken Word, al movimento artistico del Rinascimento di Harlem e alla poesia beat degli anni Sessanta. "Nel Poetry Slam - racconta Logos all'ANSA- c'è molto del ritorno all'oralità, ma è una vera disciplina letteraria, che incrocia contatto con il pubblico e l'arte contemporanea". Il format è semplice: in una dinamica che ricorda vagamente le battle dei rapper, ogni poeta ha tre minuti per dire quello che vuole, recitando un testo proprio. Si può scegliere un monologo, un testo rap, versi in rima e non, giocare con i ritmi, purché si usino solo corpo e voce, niente costumi, ne' oggetti di scena. A eleggere il vincitore della serata, una giuria di cinque persone estratte a sorte tra il pubblico. In Italia, gli "astri" si chiamano Simone Savogin, Luca Bernardini, Antigone (nella vita Eugenia Giancaspro), talento graffiante capace di rimare contemporaneamente in italiano e lingua dei segni. Oltre, a Logos, 27 anni, poeta, scrittore, rapper, che oggi lavora a "P++", progetto di cryptoarte che unisce poesia performativa, Intelligenza Artificiale e NFT, ed è tra i fondatori del collettivo WOW - Incendi Spontanei, realtà che preme l'acceleratore sul lato artistico delle perfomance. "C'è una parte di spettacolarizzazione - spiega - ma per noi fondamentali sono la ricerca e il contatto con il territorio". Che nel mondo il fermento sia vivo lo dimostrano i numeri: a questi mondiali partecipano "30-40 stati, per l'anno prossimo se ne prevedono già un'ottantina - dice - Due anni fa è nata anche la Coppa panafricana". E si moltiplicano i generi e le correnti. "Gli americani - prosegue il poeta - amano molto i giochi di parole. L'attualità è sempre presente, ma negli Stati Uniti è più autoreferenziale, concentrata su temi come le discriminazioni personali. Noi italiani spaziamo dalla storia ai temi sociali". Lui, ad esempio, ai Mondiali concorre con sei pezzi che vanno da Tempoflex, pubblicità di una banca del tempo del futuro, a Federico II e "Date loro fuoco", che "non è un invito alla piromania - sorride il poeta - ma a mostrare il proprio fuoco personale". Intanto il collettivo Wow, dopo le collaborazione con l'Accademia di Ungheria e l'Ambasciata di Svizzera e un nuovo spazio fisico a Roma come Ombrelloni a San Lorenzo, dove intrecciare il poetry slam ad altre forme di arte contemporanea, è stato invitato, il 27 maggio, all'evento "Scena aperta" a Villa Medici, dove l'Accademia di Francia per la prima volta tra i borsisti per la letteratura ospita anche Felix Jousserand, uno dei fondatori della scena slam parigina. Ma tutto questo segna la rinascita della poesia? "C'è sicuramente gran voglia di esprimersi, dare messaggi - conclude Logos - Esistono anche molti più spazi per farlo. Purtroppo, però, il mondo dell'arte non è ancora percepito da tutti come una vera professione, quando invece in Italia ha lo stesso numero di lavoratori del calcio e dello spettacolo". Insomma, l'arte e la poesia ci sono. "Hanno solo bisogno di ossigeno per esplodere come dovrebbero"

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