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Tempo Libero

Piattaforme, le sale virtuali del cinema futuro oltre la pandemia

Nascono di continuo, tengono il mercato, resteranno complementari

 © ANSA
  • di Alessandra Magliaro
  • ROMA
  • 19 marzo 2021
  • 15:50

Fa sorridere ripensare ad una polemica di un paio di anni fa: il bando di Cannes alle piattaforme, oppure le notizie su quanti film Netflix o Apple premiati agli Oscar che ora non sarebbero più notizie. La pandemia ha spazzato via tutto e oggi senza le sale virtuali il pubblico sarebbe orfano di cinema e il mercato in crisi ancora più profonda. Le piattaforme in un anno sono esplose e si sono così affermate nel nostro stile di vita che sbucano come funghi, chi può ne inventa una da quella super di nicchia legata magari ad un festival, a quelle mini dei cinema sottocasa, ai super colossi globali che hanno trasferito sul web le sfide del box office. Saranno anche il futuro? E in che modo dialogheranno? Lo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti del settore, con i distinguo del caso ma con un'unico comune denominatore: indietro non si torna.
"Nulla sarà più come prima anche per il cinema - dice all'ANSA Luigi Lonigro direttore di 01 e presidente dei distributori Anica - questa accelerazione di piattaforme si traduce in una crescita industriale con una conseguente evoluzione del mercato, meno monocorde, più maturo. Quando si tornerà in sala la piattaforma sarà complementare, diventerà strumento di visibilità, sala fisica e sala virtuale dialogheranno. Bisogna poi distinguere nell'ambito del mercato tra le piattaforme di chi detiene anche i diritti, come Disney, da quelle degli esercenti che pagano i diritti di noleggio ma in ogni caso i film trovano un pubblico che in sala non è detto che troverebbero e questo anche per la produzione e i registi è un fatto nuovo. Immaginiamo un futuro di meno film in sala ma con teniture più lunghe perchè gli affollamenti di uscite al cinema saranno probabilmente un ricordo".
I colossi sono Netflix, Disney+ che ha appena superato i 100 milioni di abbonati globali in 16 mesi, Amazon Prime Video, Apple +. Ci sono poi Now di Sky, Timvision, RaiPlay (gratuito), Chili, Rakuten, Infinity ma in Italia mancano ancora tra gli altri Hulu, Hbo Max di WarnerMedia, Peacock di Nbc Universal. A queste piattaforme di video streaming (non solo di cinema) si sono aggiunge tante altre esperienze amate dagli appassionati della settima arte: prima su tutte Mubi che propone un cartellone con un film al giorno, retrospettive, grandi classici e selezioni dai festival di tutto il mondo, ma anche Cinema ritrovato - Fuori sala con la storia del cinema e le opere restaurate, la neonata IWonderfull (dalla distribuzione 'diversamente' indipendente I Wonder incentrata sul biopic ma non solo) e le due espressioni di network dalle sale fisiche nate in questi mesi di pandemia ossia #Miocinema (piattaforma del cinema d'autore che mette al centro la sala cinematografica e il suo pubblico) e #Iorestoinsala (un circuito di sale di qualità virtuali, la cui offerta cinematografica è fruibile online). Oggi l'ultima nata: Nexo+ da Nexodigital che vuole distinguersi per la diversità dell'offerta, non solo cinematografica ma culturale in senso ampio e un palinsesto 'ibrido' che somiglia alla programmazione generalista di un canale tv.
"Abbiamo fatto un investimento importante - dice all'ANSA Andrea Occhipinti di Lucky Red e tra i fondatori di MioCinema - per l'accessibilità e perchè vogliamo che quando la situazione sarà tornata normale la piattaforma resti come un'estensione digitale del cinema d'autore, senza sostituire la sala anzi ma dove poter trovare tutto quello che ci si aspetta a casa da chi frequenta il nostro circuito, una piattaforma insomma con un'identità precisa. Intanto continuiamo a potenziarla: abbiamo appena preso il film romeno che ha vinto l'Orso d'oro a Berlino". Lionello Cerri, storico esercente di Milano con l'Anteo, cofondatore della piattaforma #Iorestoinsala è convinto che "indietro non si tornerà: le piattaforme - commenta all'ANSA - saranno protagoniste anche quando sarà tutto riaperto, le due cose sono complementari. la sala virtuale dialogherà con la sala fisica, sarà una opportunità in più per il pubblico. Diciamo che è n frutto buono della pandemia". Infine Nexo+: dice il direttore Guido Casali "Nell'ormai vasto mare delle piattaforme abbiamo pensato ad un progetto inedito per l'Italia e che speriamo di espandere in Europa, una sorta di collettore culturale, basandoci su un patto di fiducia con il pubblico sui contenuti di valore. L'offerta ormai è vastissima, districarsi è un'impresa, essere diversi, distinguersi è fondamentale. La pandemia odiosa ha migliorato l' alfabetizzazione digitale, è stato acceleratore e pensiamo che in futuro virtuale e reale giocheranno di sponda. Con Nexo+ puntiamo ad essere stimolanti di bisogno culturale".

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