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Cannes: Viola Davis, sopravvissuta ai no, lotto sempre

Cannes: Viola Davis, sopravvissuta ai no, lotto sempre

Carismatica star premio Oscar su difficoltà per i neri, ma lo streaming aiuta

CANNES, 19 maggio 2022, 20:37

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' carismatica e trascinatrice Viola Davis, consapevole del suo ruolo per l'empowerment femminile e per l'integrazione sociale della comunità nera ad Hollywood da attivista del Black Live Matters. La sua stessa presenza, fisicità, comunicativa ne fanno una donna speciale. 56 anni, vincitrice di un Oscar nel 2017 (migliore attrice non protagonista per "Barriere" (Fences) al fianco di Denzel Washington), altre tre nomination, inclusa quella recente per "Ma Rainey's Black Bottom", decine di premi in una lunga carriera, tra Emmy, Golden Globe e ben due Tony Award, Viola Davis guarda dritto l'interlocutore e ammette "sono una sopravvissuta, una sopravvissuta ai tanti no che ho ricevuto da nera, ma ho sempre lottato, lotto sempre. C'è valore nella rabbia. C'è un valore in un "fanculo" ben piazzato", dice Viola Davis scusandosi per la parola. "Certo ora posso permettermelo, gli attori all'inizio non hanno scelta, ma questa rabbia mi ha sempre mosso". A Cannes riceve il premio 2022 Women In Motion istituito da Kering Group con il festival per promuovere l'apporto creativo delle donne nelle arti e il cambiamento. E racconta vari aneddoti per spiegare come contro il razzismo, sessismo e 'colorismo' di Hollywood le cose sono cambiate ma non ancora abbastanza. "Dobbiamo iniziare a incoraggiare lo storytelling delle persone alla periferia del sistema. I servizi di streaming hanno aperto una porta per le comunità a lungo escluse da Hollywood - ha detto - ma è necessaria più immaginazione per i ruoli neri.
Attualmente interpreta Michelle Obama nella serie televisiva "The First Lady", "ma ancora non vedo molte donne dalla pelle scura in ruoli importanti in tv, nemmeno nei servizi di streaming". Uno degli episodi raccontati dà la dimensione, ha detto, della realtà. "Un regista che conoscevo da tempo una volta mi ha chiamata ripetutamente Louise sul set. Sapete perché? Era il nome della sua cameriera". Parlando dei ruoli, della limitata immaginazione del settore ha raccontato: "Se devo interpretare una madre, mio figlio è un membro di una gang che è morto in una sparatoria in auto. Ma se devo interpretare una donna che si rifà una vita, dorme con uomini diversi, allora non chiameranno Viola Davis. Mettere insieme risveglio spirituale e sessualità è ancora troppo per una donna nera. Per questo dobbiamo lottare davvero per storie diverse", ha aggiunto l'attrice che ha fondato una società, con il marito - l'attore Julius Tennon - JuVee, per combattere le discriminazioni che lei stessa subisce nonostante i suoi decenni di successo a Hollywood. "Fa male quando le persone ti rifiutano", ha detto. "Quando la gente ha detto che non ero abbastanza carina per un ruolo, mi dà davvero sui dannati nervi, mi spezza il cuore e mi fa arrabbiare. Con la mia società posso fare esattamente quello che voglio fare. Questa è la mia risposta a tutta la mia storia di rifiuti".

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