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Bobby Sands, 40 ani fa la morte del giovane rivoluzionario nord irlandese

Bobby Sands, 40 ani fa la morte del giovane rivoluzionario nord irlandese

Giovane militante dell'Ira che si fece morire di fame in galera. Escono i suoi scritti, potenti e commoventi

LONDRA, 05 maggio 2021, 20:45

Redazione ANSA

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 E' trascorso senza incidenti, e quasi sotto silenzio, il 40esimo anniversario del giorno dell'ultimo respiro di Bobby Sands: giovane militante nordirlandese della guerriglia repubblicana dell'Ira che si fece morire di fame in galera, dopo aver rifiutato il cibo per 66 giorni in segno di protesta contro le condizioni detentive e la repressione scatenata in piena stagione dei Troubles dal governo britannico della lady di ferro Margaret Thatcher.
Bobby Sands (Belfast, Irlanda del Nord, 1954), primogenito di una famiglia cattolica e operaia, fu bersaglio di continui attacchi e discriminazioni insieme ai famigliari. Animatore e attivista di comitati di quartiere, a 18 anni si arruolò nell'IRA. Nel 1976 venne arrestato senza prove a suo carico. Fu leader delle proteste dei detenuti; da carcerato venne eletto deputato del parlamento britannico. Nel 1981 guidò uno dei più celebri scioperi della fame della storia contemporanea.
    In ricordo di Sands, spirato a 27 anni il 5 maggio 1981 nonostante il ricovero e i tentativi di alimentazione medica delle ultime settimane, e seguito poi fino all'estremo sacrificio da 9 compagni di lotta e di prigionia nel carcere di Long Kesh a Belfast, sono stati in pochi. Fra gli altri Kenny Donaldson, animatore di un'associazione di familiari di vittime dei Troubles, che ha invocato un memoriale in onore dell'uomo capace di morire lasciando scritto: "La nostra vendetta sarà il sorriso dei nostri figli". O, ancora, Michelle O'Neill, vicepremier dimissionaria dell'attuale governo locale di unità nazionale dell'Irlanda del Nord e deputy leader del partito repubblicano dello Sinn Fein, la quale ha rimesso in discussione "la sepoltura di Bobby" lontano da Belfast.
    L'anniversario della morte di Sands è caduto del resto solo un paio di settimane dopo la recrudescenza di disordini di strada scatenatisi per 7 notti di fila in varie città nordirlandesi sullo sfondo dei timori delle comunità unioniste sulle possibili conseguenze del dopo Brexit rispetto al destino della sovranità britannica sull'Ulster; ma alimentati anche dalla mancata apertura di un'inchiesta della polizia locale sulle violazioni delle restrizioni imposte dall'emergenza Covid da parte di alcune migliaia di attivisti e dirigenti repubblicani che avevano partecipato ai funerali di un altro storico esponente dell'Ira, Bob Storey. Il tutto in un clima di rinnovato allarme sul rischio di una generale ripresa delle tensioni settarie fra unionisti protestanti fedeli a Londra e repubblicani cattolici tendenzialmente legati al sogno di una riunificazione con Dublino e di rimessa in discussione dei fragili equilibri dello storico accordo di pace del Venerdì Santo del 1998. 
in occasione dei 40 anni dalla morte esce in italia il libro Scritti dal carcere. Poesie e prose di Bobby Sands, da poco pubblicato dalla casa editrice Paginauno. Prima traduzione italiana integrale di tutte le pagine di prosa e poesia scritte durante la prigionia dal rivoluzionario irlandese, il volume viene presentato dai curatori Riccardo Michelucci ed Enrico Terrinoni. Scritti dal carcere comprende oltre 200 pagine tra poesie e brani di prosa, scritti mai pubblicati in Italia, oltre ad una prefazione inedita di Gerry Adams, storico leader del partito repubblicano irlandese Sinn Féin. I testi di Bobby Sands compongono una raccolta di grandissimo spessore, sia per la qualità letteraria che per l’incredibile valore di testimonianza storica. Scritti in condizioni di detenzione difficili da immaginare, tracciati segretamente su minuscoli pezzi di carta igienica e su cartine per sigarette, i testi raccontano l'amore per la libertà, l'attaccamento alla propria terra, l’attenzione per i compagni, il sogno di una repubblica socialista. Parlano delle ragioni della protesta per il riconoscimento dello status di prigionieri politici, delle condizioni disumane e della violenza continua e degradante a cui i detenuti irlandesi erano costretti dal regime britannico. Lasciano trapelare le passioni di un ragazzo intelligente e vitale: letteratura, storia, sport, ornitologia. Descrivono la tenacia di un ribelle acuto, lucido e inflessibile e allo stesso tempo un giovane uomo dotato di una straordinaria sensibilità umana e poetica, oltre che di un senso morale altissimo che lo porterà in assoluta consapevolezza a scegliere di morire. Dice Enrico Terrinoni: «Bobby Sands ci ha insegnato, come tutti i grandi poeti, che cambiare il significato delle parole si può. Si può tramutare la vendetta in risa, e si può insegnare al proprio popolo non solo a resistere ma anche a rinascere e a ridare la voce al silenzio». Aggiunge Riccardo Michelucci: «È giunto il momento di attribuire a Bobby Sands il ruolo storico che merita: quello di un partigiano che ha lottato strenuamente per la libertà, la giustizia sociale e il diritto alla resistenza dei popoli oppressi. I suoi scritti l’hanno reso immortale». A 40 anni dalla sua scomparsa, proprio nelle settimane in cui a causa della Brexit lo scontro si riaccende in Irlanda del Nord, gli scritti di Bobby Sands continuano a parlare a chi li legge: sconvolgenti, commoventi e non privi di ironia, rivelano una incredibile universalità e attualità.


   

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