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Daniel Mendelsohn a Capri per ritirare il Malaparte 2022

Con Ferrarelle, omaggio a letteratura e attualità della guerra

Capri ANSAcom

“Ci si augura sempre che i propri lavori si ritrovino attuali. La letteratura del passato può aiutarci a capire il presente, ed è questa la ragione per cui continuiamo a leggere libri che hanno ogni volta qualcosa di nuovo da dirci, anche se sono molto vecchi”. È un augurio che si realizza quello del 62enne newyorkese Daniel Mendelsohn, scrittore, critico letterario e traduttore, a cui va il Premio Malaparte 2022, il riconoscimento letterario internazionale che torna nella cornice di Capri, ancora una volta supportato da Ferrarelle Società Benefit. Ormai sponsor storico dell’evento, Ferrarelle Società Benefit, nella persona del suo vicepresidente, Michele Pontecorvo Ricciardi, apre le porte dell’isola alla letteratura mondiale: “Il Premio è qualcosa che Ferrarelle fa con grande sincerità per l’isola di Capri, un territorio molto particolare e molto fragile. Bisogna mantenere vivi a Capri focolai di cultura - commenta  - che la facciano crescere non soltanto nel segno del turismo massificato”. Con il patrocinio del Fai, l’isola è protagonista indiscussa della ricorrenza letteraria: “Portare qui un’attività culturale come il Premio Malaparte vuol dire creare un piccolo indotto economico che è molto positivo e offrire all’isola anche una grande visibilità” spiega Pontecorvo Ricciardi, in qualità anche di presidente del Fai Campania.

“Quest’anno un autore di grande importanza è venuto dagli Stati Uniti ma il Premio, pur avendo un’organizzazione così semplice e familiare, ha un palmarés di premiati di grandissima rilevanza editoriale. Fare tutto questo e farlo a Capri vuol dire portare una fiammella di cultura internazionale che è fondamentale”.  Come l’autore americano, sull’isola sono stati premiati dal 2012, anno in cui è ripresa l’iniziativa, già cinque scrittori di lingua inglese: gli americani Richard Ford, Elizabeth Strout, Donna Tartt, l’inglese Julian Barnes e l’irlandese Colm Tóibín.  La narrativa di Mendelsohn, intrisa di temi familiari, nella sua prima opera, ‘The Lost’ - Gli Scomparsi, conduce alla ricerca delle radici dell’autore, intrecciate con lo sterminio nazista. Sullo sfondo una spaventosamente attuale Bolechow, allora in Polonia, oggi in Ucraina. Da ‘Un'Odissea: un padre, un figlio e un’epopea’, in cui ricorrono i tratti autobiografici, fino al titolo più recente ‘Tre anelli’, si impongono i temi del viaggio e dell’esilio. “La cosa sorprendente della narrativa di Mendelsohn è l’essere così contemporaneo, in tutti i suoi lavori” spiega Gabriella Buontempo, curatrice del Premio Malaparte. “È una coincidenza straordinaria che i giurati avessero scelto la sua figura di intellettuale prima che purtroppo la sua narrativa si trovasse coinvolta nella guerra in Ucraina. La cultura, che è la base della crescita di ogni paese e ogni persona, delle volte riesce ad essere al centro dell’attenzione pur quando non vuole esserlo”. Quella di Mendelsohn è, per Buontempo, “una voce limpida che, attraverso racconti antichi, è immersa nell’attualità che stiamo vivendo”. 

In collaborazione con:
Ferrarelle

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