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Consapevole ed etico, il consumatore beauty del 2030

Da Milano Beauty Week, parola chiave sarà "idratante"

Milano ANSAcom

Più consapevole, attento ai valori etici, probabilmente con meno tempo a disposizione. E quasi sempre già informato sul prodotto. È il ritratto del consumatore del beauty del 2030, “figlio” della pandemia, del lockdown, del boom del digitale e anche delle battaglie etiche e sociali di questi anni. A raccontato è la prima edizione della Milano Beauty Week, con un beauty talk dedicato che ha provato disegnare i profili di chi tra dieci anni si avvicinerà all’acquisto di un rossetto o di un bagnoschiuma. “Il consumatore di cosmetici del futuro verrà da una vera rivoluzione - racconta il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, Gian Andrea Positano - Tra pandemia e lockdown abbiamo assistito a una tale accelerata, che in 18 mesi si sono concretizzati cambiamenti che attendevano in 5-10 anni, soprattutto nella rimodulazione dei canali di distribuzione e delle abitudini di chi compra. Basti pensare – cita – che il 66% dei consumatori ha cambiato il modo di fare acquisti a seguito della pandemia. E l’88% continuerà a rivedere il proprio comportamento nel 2022”.  Ricordando che tra dieci anni, sulla ribalta dei consumatori “forti” saliranno prepotentemente i ragazzi oggi della Generazione Z (ovvero quelli nati tra il 1995 e il 2010), “il trend importante già in atto sarà la sempre maggiore volontà di esprimersi – racconta Nicola Giorgi, Senior advisor di Pwc Italia – Lo vediamo in ambito digitale, ad esempio con il successo del metaverso, nel mondo fisico con il trucco e anche nella sfera etica. Questa è la generazione votata, ad esempio, al gender fluid e all’abbattimento di ogni barriera di genere. Non basterà quindi esser solo un marchio, ma servirà anche una ragione di esistere, un modo in cui un’azienda dovrà incidere nella società”.
E alcune parole chiave saranno le più ricercate negli acquisti legati al benessere e alla bellezza. “Efficacia sarà il primo valore – assicura il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona – E non potrà essere disgiunto dal tema green, anche con qualche confusione a volte tra naturale e sostenibile, che non vanno sempre insieme”.  Cambierà, anzi, è già cambiato anche il modo in cui si acquista. “Fino a 10 anni fa si seguiva un processo lineare, entrando in un negozio – aggiunge Giorgi – Oggi si ordina on line guardando un influencer mentre si aspetta l’autobus e la sera il prodotto arriva a casa. Oppure, già adesso, il 50% dei consumatori generali entra in un negozio per provare un prodotto che conosce già tramite il web. Per il beauty - sottolinea – ci sarà però sempre bisogno del negozio, perché il profumo va sentito, così come la texture di una crema va toccata. Ma sarà sempre più importante trovare qualcuno preparato a rispondere alle domande”. Nel 2030, si legge nel Rapporto di Cosmetica Italia, si consolideranno poi i canoni di bellezza pre-Covid, dal trucco invisibile alla bellezza naturale. Allentate le restrizioni per prevenire la diffusione del virus, l’attenzione tornerà sul trucco viso. Per le pelli irritate e sollecitate dai lunghi periodi con la mascherina, si porrà l’attenzione su texture delicate e funzionali.
“Il claim ‘idratante’ sarà fondamentale e coprirà il 55% dei prodotti per il trucco, quando solo cinque anni fa non esisteva”.  Già oggi il 14% della Generazione Zeta pone poi massima attenzione verso ingredienti sicuri e di derivazione naturale, E il 50% percepisce la bellezza attraverso l’igiene e la cura di sé. “Cercheranno prodotti a orientamento naturale – conclude Positano – beauty routine minimaliste” e senza più tutto il tempo del lockdown da dedicare alla cura di se’, “si tornerà prepotentemente ai cosmetici multifunzionali”.

In collaborazione con:
Cosmetica Italia

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