Riservare la presenza maggiore di
rientro agli studenti che frequentano le classi iniziali e
finali dei cicli scolastici, anche per meglio aiutarli a
preparare gli esami di Stato: questa l'indicazione arrivata oggi
dal ministero dell'Istruzione alle scuole in vista della ripresa
del 26 aprile quando in zona gialla e arancione tutti i ragazzi
delle elementari e delle medie saranno tra i banchi, mentre per
le superiori la presenza sarà almeno al 70% e fino al 100%. In
zona rossa saranno tutti presenti fino alla terza media, mentre
alle superiori l'attività in classe si svolgerà almeno al 50%.
Numeri contestati dalle Regioni ma anche dagli Enti locali. La
presenza al 70% "non va bene, in alcune zone di alcune regioni
andrebbe meglio il 60%. Il Governo ci dice che all'interno del
decreto è fatta salva la possibilità per i presidenti di Regione
di fare un'ordinanza diversa che però non scenda sotto il 50%.
Dovremmo trovare una soluzione nelle prossime ore", annuncia il
presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Critiche
pesanti al Governo arrivano anche dai dirigenti scolastici.
"Solo chi non ha la minima contezza della complessità
dell'organizzazione scolastica può pensare di decidere le
percentuali di frequenza scolastica il venerdì sera - se non il
sabato sera - per il lunedì mattina", tuona il presidente
dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Altre
critiche vengono dalla Flc Cgil. "La scuola è ostaggio dei
conflitti nella maggioranza. Sulla ripresa in presenza siamo
davanti ad un balletto imbarazzante - dice il segretario
Francesco Sinopoli - in moltissime scuole secondarie la presenza
al 70% è una scelta incompatibile con gli standard di
sicurezza". Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi prova
spegnere il fuoco delle polemiche. "Tutti concordano sulla
necessità di riportare in presenza i ragazzi delle superiori -
dice riferendosi al contrasto con le Regioni - vi era una
divergenza sulla percentuale del 60% ma l'indicazione del
governo lascia una ampia flessibilità per giungere al 100% nei
tempi e nei modi che i territori potranno riconoscere". E loda
anche il lavoro svolto in questi mesi dai dirigenti scolastici.
"Hanno avuto - dice al XII congresso dell'Associazione presidi -
un ruolo straordinario nel mantenere aperte le scuole: non sono
mai state chiuse, tutto il nostro personale ha usato questo
periodo per sperimentare, innovare, trovare un senso anche nel
momento in cui sembrava che tutto dovesse essere chiuso". Nella
circolare diffusa oggi alle scuole il ministero si sofferma sul
disagio psicologico dei ragazzi, costretti per troppo tempo a
casa, e la necessità di affiancarli e sostenerli "avendo
particolare attenzione e comprensione in questo tempo che per
molti costituisce un vero e proprio reinserimento scolare". C'è
poi una preoccupazione generalizzata per la ripresa a settembre
ma in un documento che HuffPost pubblica in esclusiva- firmato
dal capo di gabinetto della struttura commissariale per
l'emergenza- si parla di misure di testing, contact tracing e di
supporto come premessa della riapertura delle scuole per l'anno
scolastico 2021/2022. E anche l'università torna gradualmente in
presenza. "La vita universitaria, che non si è mai fermata in
questa emergenza, non è solo didattica, ma è fatta anche e
soprattutto di scambi, di confronti, di relazioni di cui abbiamo
sempre più bisogno. Per questo, la decisione del Governo di
prevedere il graduale ampliamento in presenza di tutte le
attività, comprese le lezioni e gli esami, è davvero
importante", afferma soddisfatta la ministra dell'Università,
Cristina Messa.
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