(ANSA) - TORINO, 08 GIU - Monitorare l'inquinamento causato da microplastiche e microfibre nel Mar Mediterraneo. E' nato con questo obiettivo il progetto MicroMar, creato alla fine del 2020 grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Torino - con il lavoro svolto dalle ricercatrici Tonia Tommasi e Silvia Fraterrigo Garofalo del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia - l'Eu Joint Research Centre e la biologa ambientale Patrizia Pretto. Al progetto collaborano l'Istituto Oceanografico Scripps di San Diego e l'Università Federico II di Napoli MicroMar si propone di monitorare microplastiche e microfibre nel bacino del Mediterraneo sfruttando un approccio Citizen Science, che punta a coinvolgere i cittadini e le associazioni no-profit nella raccolta dei campioni da analizzare. Il progetto è nato in maniera volontaria, dalla consapevolezza che tutti e tutte possiamo dare una mano per la salvaguardia del mare. Il Politecnico di Torino si occupa del coordinamento e dell'analisi dei campioni inviati dai volontari.
Già molte Ong, enti parco e associazioni hanno aderito e oltre 70 persone hanno abbracciato la causa di MicroMar, per un totale di 180 campionamenti effettuati e inviati al Politecnico, dove vengono preparati per le successive analisi, che quantificano la presenza di queste particelle nel mare. Parallelamente, sono in programma eventi di divulgazione scientifica sul tema.
"Con questo progetto intendiamo rafforzare il legame tra ricerca scientifica e i cittadini, dove questi ultimi sono parte attiva di un percorso che mira alla conoscenza e sensibilizzazione sulle gravi conseguenze ambientali dovute all'uso della plastica ed al suo smaltimento improprio - spiega Tommasi - Un compito che vede un forte impegno del Politecnico e che si lega a filo doppio con gli obiettivi e le misure adottate dalla Comunità Europea per ridurre l'utilizzo della plastica, specialmente quella monouso, a partire dal prossimo luglio" .
(ANSA).