(di Enrica Battifoglia)
Servono azioni concrete contro i
pregiudizi perché solo così sarà possibile rompere il soffitto
di cristallo: ne sono convinte le donne che hanno aperto la
strada in molti campi della scienza, dallo spazio alle ricerche
in Antartide, riunite nella Conferenza delle Addette e degli
Addetti Scientifici e Spaziali 2023 organizzata nell'Università
da Padova dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione
internazionale. Nella stessa occasione è stato consegnato il
premio 'Science, She Says!' a cinque giovani scienziate di
cinque continenti, impegnate in ricerche di frontiera che vanno
dalla computer science ai materiali del futuro.
"I dati sono incoraggianti, ma la strada è ancora lunga",
ha detto la rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli,
citando il 32% di donne iscritte ai corsi scientifici nel suo
ateneo. "Se le materie scientifiche si tingono di rosa, è un
vantaggio per il sistema Paese", ha osservato. C'è ancora molto
da fare anche secondo Amalia Ercoli Finzi, prima donna italiana
laureata in ingegneria aeronautica e poi passata allo spazio.
Felice della scelta che l'ha portata a essere una delle cinque
ragazze iscritte al Politecnico di Milano, su oltre 650 uomini,
Ercoli Finzi è convinta che "se una donna vuole fare l'ingegnere
deve poterlo fare, come è consentito agli uomini di farlo con
serenità" e che "scienza e innovazione siano una questione di
genere perché le donne sono più brave degli uomini". La pensa
così anche l'immunologa Antonella Viola dell'Università di
Padova, per la quale "è anche ora di cambiare le regole di
valutazione dettate dai maschi".
Sulla stessa linea è Piera Levi Montalcini, nipote della
Nobel italiana, per la quale è necessario "riportare la
questione di genere alla primissimia infanzia": "come diceva zia
Rita, dobbiamo imparare a chiedere quello che ci spetta,
lavorando su noi stesse, tirare fuori le nostre capacità per
combattere".
Se c'è un luogo al mondo nel quale "il merito non può non
vincere", questo è l'Antartide, ha detto Chiara Montanari, prima
italiana capo spedizione in Antartide. In un luogo nel quale il
lavoro di ognuno è fondamentale per la sicurezza di tutti "gli
stereotipi di genere sono destinati a cadere".
Di quanto siano necessarie "azioni concrete per abbattere il
soffitto di cristallo" è convinta Cinzia Zuffada, che è
Associate Chief Scientist del Jet Propulsion Laboratory (Jpl)
della Nasa e presidente dell'Italian Scientists and Scholars in
North America Foundation (Issnaf).
Giovani e impegnate ad aprire nuove frontiere della ricerca
sono le vincitrici del premio "Science, She Says!" istituito
dalla Farnesina per le giovani ricercatrici all'estero che
abbiano contribuito a migliorate le conoscenze scientifiche e
tecnologiche. Tutte hanno un forte legame con la ricerca
italiana. La sudafricana Nerissa Naidoo, della Mohammes Bin
Rashid University of Medicine di Dubai, studia nuove terapie
contro l'artrite basate sul trattamento delle cellule della
cartilagine, in collaborazione con l'Università di Palermo.
Jaqueline Gpdoy Mesquita, che insegna analisi matematica
nell'Università di Brasilia, è un'ambasciatrice internazionale
impegnata a divulgare la matematica e a promuoverla fra le
donne. I materiali del futuro stanno nascendo anche per
iniziativa della fisica Lindsay Bassman Oftelie, che si è
formata tra l'Università di Chicago e la University of Southern
California, e di Nan Yang, della Shanghai Tech UNiversity.
Ornela Dardha, nata in Albania, studia i linguaggi di
programmazione e insegna nell'Università di Glasgow.
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