"Il turismo di ritorno, con la prima
e la seconda generazione già ci è stato e ha funzionato bene.
Con la terza e quarta generazione è più complicato, perchè i
giovani se ne vanno in giro per il mondo. Quindi dobbiamo essere
attrattivi" coinvolgendo le realtà locali "altrimenti non si va
da nessuna parte. Un giovane deve venire a Bovino per scoprire
cosa facevano i nonni, i padri. Che cosa mangiavano, i profumi"
della loro terra. A dirlo all'ANSA è Vincenzo Nunno, sindaco di
Bovino (Foggia) tra i partecipanti all'evento di presentazione
del Progetto Pnrr 'Turismo delle radici: una strategia integrata
per la ripresa del settore del turismo nell'Italia post
Covid-19' alla Farnesina.
Per questo obiettivo "ho pensato in diversi momenti dell'anno
di coinvolgere cittadini che vivono all'interno del borgo, nei
suoi vicoli, di cucinare quello che si cucinava in passato. Così
vengono fuori quei profumi che sono andati persi" e "coinvolgere
in maniera emotiva forte i visitatori", ha raccontato.
"Ringrazio il ministro Tajani per aver attirato attenzione
su una problematica importantissima, l'Italia da sempre è un
Paese di emigranti. Il mio comune, già a metà Ottocento aveva
emigranti in America, poi c'è stata una forte emigrazione verso
il Cana e negli anni Sessanta-Settanta verso Prato", ha spiegato
Nunno, sottolineando che attraverso alcune iniziative
"cerchiamo, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione - che
sono pochi - di dare una impronta particolare a questi
concittadini che ritornano anche dopo tanto tempo".
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