(dell'inviato Luca Mirone)
(ANSA) - TRIESTE, 24 GEN - "Più Italia nei Balcani" e
"accelerazione" del processo di integrazione europea della
regione. Sono queste le priorità del governo italiano rilanciate
dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio
Tajani alla Conferenza di Trieste, "città ponte" per antonomasia
dove si sono riuniti ambasciatori, istituzioni e i
rappresentanti del mondo produttivo italiano.
L'adesione all'Ue dei Paesi dei Balcani occidentali diventa
quanto mai cruciale dopo l'invasione russa dell'Ucraina: sia
Roma che Bruxelles vogliono evitare che finiscano sotto l'orbita
di Mosca. Investire su quei Paesi, inoltre, è ritenuto
funzionale alla gestione dei flussi migratori.
Portare "più Italia nei Balcani è l'obiettivo di questo
governo" perché "ce lo chiedono tutti gli amici della regione",
ha detto Meloni in un videomessaggio di saluto per la
Conferenza. "Siamo protagonisti ma dobbiamo rinnovare la nostra
presenza e investire nei settori strategici", è la parola
d'ordine della premier, che ha chiamato in causa anche l'Ue. "E'
urgente che sviluppi una nuova visione" e "metta l'allargamento"
alla regione "tra le sue priorità", ha sottolineato. Rilevando
che la "piena integrazione" dei Balcani avrà ricadute positive
per tutto il continente su dossier come "lotta alla corruzione,
contrasto dei traffici illegali, gestione e contenimento dei
flussi migratori irregolari, prevenzione e contrasto del
radicalismo".
Sul percorso di adesione di Serbia, Albania, Macedonia del
Nord, Bosnia, Montenegro e Kosovo negli ultimi anni la spinta
propulsiva dell'Ue si era affievolita, perché non tutti i
partner l'hanno considerata una priorità. Ma adesso la guerra in
Ucraina ha riportato questo tema in primo piano. "Vogliamo
essere più presenti perché in politica quando si lasciano degli
spazi vuoti poi vengono occupati da altri", ha avvertito Tajani,
citando ad esempio la Serbia che rischia di guardare "a oriente
più che all'Europa": un riferimento alla Russia, ma anche alla
Cina. Per questo motivo, ha aggiunto il titolare della
Farnesina, l'Italia chiede una "accelerazione" dei processi di
adesione dei Paesi dei Balcani occidentali. Il governo Meloni è
già parte attiva in questo processo, ha puntualizzato il
ministro degli Esteri, ricordando tra le altre cose la recente
missione a Pristina e Belgrado con il collega della Difesa Guido
Crosetto "per facilitare il dialogo tra questi due Paesi".
Mentre Roma è tornata a pieno titolo a far parte del Quint, il
gruppo a cui partecipano anche Francia, Germania, Usa e Regno
Unito per disinnescare la crisi. Inoltre, si lavora per ospitare
a Roma una riunione di "tutti i ministri degli Esteri dei
Balcani nei prossimi mesi".
Anche l'Ue punta su questo rinnovato protagonismo. "C'è tanto
da fare" e "abbiamo bisogno di più Italia nei Balcani
occidentali", ha esortato il commissario all'Allargamento Oliver
Varhelyi. "Le nostre aspettative sono più alte" e "alla luce
della crisi economica e geopolitica sorta dopo l'aggressione
russa all'Ucraina l'allargamento" è ancor più "prioritario", è
l'analisi del politico ungherese.
La prospettiva di Balcani stabili e ancorati all'Ue è molto
utile, in chiave italiana, anche per "la crescita economica, in
termini di presenza delle nostre imprese", ha poi spiegato
Tajani. A Trieste il direttore generale dell'agenzia Ice,
Roberto Luongo, ha ricordato che nei primi 9 mesi del 2022 "c'è
stata una crescita dell'interscambio del 40% rispetto al 2021,
ma - ha aggiunto - dobbiamo intensificare ancora". In questo
quadro, sono già in programma due Business Forum, il primo a
Belgrado il 21 marzo, un altro in Kosovo a maggio (il primo del
genere a Pristina). Lo stesso si farà in tutti i Paesi
dell'area, mentre nel frattempo Tajani lavora ad altre missioni
bilaterali. La prossima sarà in Bosnia. "Non sottovaluto le
difficoltà" di questo processo di integrazione "ma sono convinto
delle nostre potenzialità", è la chiosa del capo della
diplomazia italiana al termine dell'appuntamento di Trieste.
(ANSA).
