(ANSA) - NAPOLI, 28 LUG - L'Italia ha la fortuna di avere un
patrimonio artistico e culturale capillare e diffuso, non solo
nelle grandi città o nei grandi poli attrattivi tradizionali, ma
su tutto il territorio. Ed è anche da queste piccole realtà
locali che la cultura italiana deve raggiungere il resto del
mondo, per mettere in atto quel "soft power" in grado di "far
avanzare i nostri interessi, la produzione italiana, gli
interessi politici italiani, ma soprattutto per far avanzare i
nostri valori. Per farlo la rete degli Istituti italiani di
cultura all'estero è fondamentale". Così l'ambasciatore Pasquale
Quito Terracciano, capo della nuova Direzione generale per la
Diplomazia pubblica e culturale della Farnesina, ha introdotto
la Conferenza dei direttori e delle direttrici degli Istituti di
cultura, riuniti per la prima volta dopo il Covid - e per la
prima volta fuori dalla Farnesina - nel Teatro San Carlo di
Napoli, uno dei fiori all'occhiello del patrimonio italiano.
La scelta di ospitare l'evento a Napoli è stata fatta con
l'ambizione di "creare un contatto tra gli Istituti di cultura e
le realtà culturali territoriali", valorizzare "espressioni
culturali che nascono nei territori italiani e che sono diverse
per vocazione", ha spiegato Terracciano all'ANSA a margine
dell'evento.
L'obiettivo è quello di decentrificare e diversificare
l'offerta culturale: se il Colosseo e gli Uffizi, ad esempio,
sono in grado di autopromuoversi, bisogna puntare anche sulle
realtà locali, quei tanti musei, giardini, castelli, parchi
archeologici diffusi su tutto il territorio. Serve portarli alla
luce e farli conoscere all'estero attraverso gli Istituti di
cultura nel mondo, "anche con piccole mostre all'interno delle
loro sedi", come ha suggerito Massimo Osanna, Direttore generale
Musei del ministero della Cultura, proponendo un "tavolo
permanente" di collaborazione con gli Istituti "per fare ponte"
con i musei locali, al fine di allargare la platea di fruitori
della nostra cultura e di futuri visitatori.
Un altro strumento di permeazione è la lingua italiana,
"porta d'accesso alla nostra cultura", ha sottolineato ancora
Terracciano invitando i direttori a fare dell'insegnamento
dell'italiano "una priorità" per i loro Istituti, insieme alla
promozione del sistema educativo italiano "che è di altissima
qualità dal punto di vista della didattica, ma anche per i
valori che trasmette, è un modello particolarmente inclusivo".
Sono 7 le scuole statali nel mondo, insieme alle 42 paritarie:
"La via più logica e più sostenibile - ha spiegato
l'ambasciatore - è aumentare il numero di scuole paritarie. In
quest'ottica abbiamo rinnovato l'accordo con la società Dante
Alighieri, che potrà aiutare a portare altre scuole sul percorso
del riconoscimento" da parte del ministero dell'Istruzione.
La Conferenza di Napoli è anche una prima occasione per
celebrare il centenario della rete degli Istituti all'estero,
celebrazioni che culmineranno a dicembre a Praga. "Cento anni
fa, proprio in questi giorni, nasceva a Praga l'idea di un
istituto italiano di cultura. Prima non esisteva il concetto di
un'amministrazione dello Stato che fosse deputato alla
promozione della cultura italiana", ha ricordato Terracciano.
Cento anni dopo, la rete conta 84 sedi nel mondo: altre 6
saranno aperte nei prossimi mesi, di cui due quest'anno, ad
Almaty e Amman. Tante le iniziative previste per il centenario:
un progetto a cui la Farnesina tiene molto è 'Nuovo pensiero
italiano', ha spiegato il consigliere Filippo La Rosa, della Dg
per la Diplomazia Pubblica e Culturale. Si lavora ad un format
per far girare negli istituti di cultura giovani pensatori
italiani che si interroghino sui primi 22 anni del nuovo secolo,
dalle Torri Gemelle al ritorno della guerra in Europa, e fornire
un contributo al dibattito internazionale.
Puntare ai giovani, "svecchiare" la relazione tra domanda e
offerta, è infatti un altro degli obiettivi della rete degli
Istituti: la cultura italiana non è solo Opera e Rinascimento -
ha rimarcato il direttore dell'Istituto di Melbourne Angelo Gioè
- ma parla anche di sfide climatiche e design spaziale. Così
come a San Francisco è aperto dal 2021 il primo
Italian cultural innovation hub, "il primo esperimento di
istituto italiano di cultura che si fonde con un centro di
innovazione: portiamo nel cuore della Silicon Valley sia la
nostra cultura classica che quella tecnologica", ha spiegato la
direttrice Annamaria Di Giorgio.
Domani la seconda giornata di lavori prevede l'intervento dei
ministri degli Esteri e dei Beni culturali, Luigi Di Maio e
Dario Franceschini, il governatore della Campania Vincenzo De
Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. (ANSA).
