Sono trascorsi 35 anni
dall'esplosione al reattore numero 4 della centrale di Chernobyl
che scosse l'Europa e il mondo sprigionando nell'atmosfera
tonnellate di scorie radioattive. Il più grave incidente
nucleare della storia si verificò nella notte tra il 25 e il 26
aprile del 1986 durante un test di sicurezza finito nel peggiore
dei modi. La morte di circa 30 persone è collegata direttamente
alla tragedia, ma si stima che migliaia di persone abbiano perso
la vita negli anni successivi a causa delle malattie provocate
dai radionuclidi.
La zona di Chernobyl è ancora altamente contaminata, ma
recentemente ha attirato sempre più turisti - il cui
comportamento a volte è stato severamente criticato perché
giudicato inadeguato - e ora l'Ucraina vuole farne un sito
patrimonio mondiale dell'Unesco. "Il nostro obiettivo oggi è
trasformare la zona di esclusione in un'area di rinascita", ha
detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky visitando l'area
di Chernobyl. Secondo il ministro della Cultura, Oleksandr
Tkachenko, ripreso dall'agenzia France-Presse, ottenere lo stato
di sito patrimonio dell'Unesco consentirebbe alle generazioni
future di "vedere tutto con i propri occhi". "Ma Chernobyl -
sottolinea - non riguarda l'intrattenimento. Si tratta di
memoria e turismo responsabile".
Zelensky da parte sua ha chiesto alla comunità internazionale
di collaborare per garantire la sicurezza nucleare mondiale ed
impedire che si ripeta una sciagura come Chernobyl. "La storia
non torna indietro - ha detto il presidente ucraino - e quindi
Chernobyl oggi è una sfida comune e una responsabilità condivisa
per il futuro e la sicurezza del pianeta".
Due anni fa quel che resta del reattore numero 4 è stato
racchiuso in una gigantesca cupola d'acciaio, uno "scudo
protettivo" da 36.000 tonnellate chiamato New Safe Confinement,
che dovrebbe limitare le fughe radioattive per almeno un secolo.
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