(ANSA) - ROMA, 23 DIC - "Pur restando molto elevata",
nell'anno precedente la pandemia, il 2019, la percentuale di
popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale si riduce
rispetto al 2018 (da 27,3% a 25,6%) per la minore incidenza
delle situazioni di grave deprivazione materiale e di bassa
intensità lavorativa. Lo rende noto l'Istat nel rapporto su
condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie
relativo al 2019. La quota di individui a rischio povertà,
precisa l'Istituto di statistica, resta stabile al 20,1%.
L'incidenza del rischio di povertà o
esclusione sociale, rileva ancora l'Istat, resta particolarmente
alta per chi vive in famiglie numerose, con cinque o più
componenti (34,3%), nonostante un chiaro miglioramento rispetto
all'anno precedente (36,9%). Più nel dettaglio, il rischio di
povertà o esclusione sociale è maggiore tra gli individui delle
famiglie con tre o più figli (34,7% dal 36,0% nel 2018), tra le
persone sole (30,6% da 30,9% nell'anno precedente), soprattutto
tra quelle che hanno meno di 65 anni (32,4% da 31,7% nel 2018),
e nelle famiglie monogenitore (34,5% da 35,4%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale si attenua anche
per tutte le altre tipologie familiari tranne che per le coppie
senza figli, per le quali aumenta da 17,1% a 18,3%. Nelle coppie
con figli passa dal 27,2% al 24,1%, soprattutto per la
diminuzione della grave deprivazione materiale (da 8,2% a 5,9%).
Gli individui che vivono in famiglie con due figli presentano il
miglioramento più marcato, al 23,5% dal 28,3% del 2018. Tale
miglioramento è associato alla diminuzione di tutte le
componenti dell'indicatore; tra di esse, il rischio povertà
presenta la maggiore riduzione (19,5% da 22,6%).
Rispetto al 2018 i miglioramenti sono più evidenti tra le
famiglie in cui sono presenti minori (da 29,7% a 27,0%), in
particolare tra quelle con tre o più figli minori (da 38,8% a
35,4%), per le quali il rischio di povertà o esclusione sociale
continua a riguardare più di un terzo delle famiglie. (ANSA).