Attraverso la mostra di Lanciano
(Chieti) "porto l'arte iconografica in Abruzzo grazie
all'incontro di qualche anno fa con un maestro iconografo russo
che oggi vive nella nostra regione. Quella delle icone è un'arte
molto più conosciuta a nord e in sud Italia, anziché nel
centro". Sono le parole della pittrice 46enne Emanuela Pancella
le cui opere si possono ammirare nella mostra "ArteIkon" a
Lanciano, nei locali di San Legonziano, nel complesso
monumentale di San Francesco, fino al 16 settembre, dalle 10
alle 12 e dalle 15 alle 18.30. I lavori di Pancella si rifanno
in particolare al tardo Quattrocento, con utilizzo di tempera
all'uovo e dorature a guazzo.
Si avvicina all'iconografia da artista, quando già è pittrice
- diplomata all'Istituto d'Arte a Lanciano e laureata
all'Accademia delle Belle arti di Macerata - e ne scopre un
senso che trascende la professione artistica stessa. "Scrivere
icone non è come dipingere. Entri in una connessione con quello
che fai sulla tavola che l'arte pittorica non ti dà, ossia
serenità, benessere, calma", conclude l'artista che ricomprende
nelle sue opere le due culture, l'ortodossia d'oriente e la
tradizione latina d'occidente.
Il percorso professionale di Pancella l'ha portata, nel tempo,
a dipingere seguendo varie tecniche, pur restando legata a
quelle antiche. Decisivo l'incontro con un importante maestro
iconografo russo che l'ha avvicinata all'antica iconografia dei
maestri russi Oalekh, Mistiora, Kholuj. Sono seguiti master di
specializzazione con il maestro iconografo Daniel Neculae e il
maestro doratore Marian Petrovici.
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