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Tokyo Reflections: Parigi è vicina!

Vela Olimpica SPECIALE TOKYO REFLECTIONS

Responsabilità editoriale Saily.it

Dopodomani è già Parigi (Marsiglia) 2024... VELA AZZURRA CLASSE PER CLASSE, LAVORO E PROSPETTIVE – L’oro di Tokyo 2020 ha ridato visibilità, entusiasmo, credibilità. Ma sappiamo che la cosa più difficile è ripetersi. Come si prepara la vela italiana alle prossime (vicinissime) Olimpiadi in Mediterraneo

 

 

 

Nell’estate del 2024 la storia della vela olimpica, con le medaglie, si scrive in Mediterraneo. I campi di regata (non ci stancheremo mai di rammaricarci che non siano a Cagliari) saranno a Marsiglia, 660 km da Parigi, sede dei Giochi, delle cerimonie di apertura e chiusura, dei Centri Media, di Casa Italia. La vela torna alla distanza massima dalla capitale olimpica (Weymouth-Londra 220 km; Qingdao-Pechino 654 km; Savannah-Atlanta 400 km, belli i tempi di Atene e Sydney, con la vela al centro della scena), ma riabbraccia il Mediterraneo dal lontano 2004.

La prossima Olimpiade per la vela sarà nuovissima, forse sorprendente, creatrice di chissà quali nuovi trend, personaggi, attenzioni. Sempre meno barche e sempre più tavole e più foil. Sempre meno atleti cresciuti, sempre più giovani specializzati e volanti. Parità di genere. Prendendo a riferimento gli ultimi 30 anni, nel 1992 le discipline olimpiche della vela a Barcellona furono queste dieci: Soling, Star, Tornado, Flying Dutchman, 470 M/W, Finn, Europa W, windsurf Lechner M/W. Trentadue anni dopo a Marsiglia vedremo: Nacra 17 mixed foiling, 49er M, 49er FX W, 470 Mixed, Laser Radial-ILCA 6 W, Laser Std-ILCA 7 M, Formula Kite M, Formula Kite W, iQFOiL M, iQFOiL W. La metà sono specialità foiling.

COME LA FIV SI ADEGUA ALLE NOVITA’ – Tanti cambiamenti strutturali non sembrano aver prodotto stravolgimenti nella struttura tecnica e organizzativa della Preparazione Olimpica della FIV, che ricordiamolo è una Federazione sportiva olimpica, quindi i Giochi sono il suo core business. Confermata la direzione tecnica di Michele Marchesini, che è al suo terzo quadriennio olimpico dopo quelli che hanno portato a Rio 2016 e a Tokyo 2020 (2021), e praticamente tutto lo staff tecnico. L’unica novità, che però nasconde una portata teorica significativa anche se andrà verificata alla prova dei fatti, è l’introduzione del nuovo ruolo di Coordinatore dei Tecnici affidato a uno della vecchia guardia come Luca De Pedrini. Quasi un DT supplente, o meglio visto il nome un CT, comunque un ruolo che alleggerisce il compito di Marchesini, lasciandogli più tempo per la gestione e la pianificazione di ampio respiro nonché le necessarie relazioni con la presidenza federale e i riferimenti nel Comitato Olimpico nazionale.

Secondo il Piano Sportivo presentato da FIV, De Pedrini come CT avrà questi compiti: 1) uniformare l’impostazione dei tecnici; 2) omologare i criteri di gestione dell’allenamento; 3) affiancare singoli tecnici in particolari situazioni; 4) occuparsi della Gestione Performance (l’aspetto che più lo contraddistingue e che Luca segue da decenni). Questa novità, l’unica come si è rilevato, basterà a dare alla Preparazione Olimpica una identità rinforzata e attualizzata per la sfida di portare ai Giochi in appena un triennio ben 5 discipline nuove (i due Kite, i due windsuirf e il 470 da reinventare misto) e 3 non qualificate a Tokyo (i due skiff e il Laser maschile), facendo probabilmente i conti con un altro anno segnato dalla pandemia?

IL QUADRO CLASSE PER CLASSE – Vediamo allora in breve da dove parte la corsa della vela azzurra a Marsiglia, dove sarà chiamata da tutti a ripetere l’exploit di Enoshima formalizzato dai recenti Collari d’oro dello sport italiano.

NACRA 17 – Partiamo dal cat misto foiling dove siamo campioni olimpici con Ruggero Tita e Caterina Banti e vice campioni mondiali 2021 con Gigi Ugolini e Maria Giubilei. Considerando anche Vittorio Bissaro e Maelle Frascari (iridati 2019), tutti hanno già ripreso gli allenamenti, la squadra resta la migliore al mondo. Il tecnico Ganga Bruni, che dopo Enoshima è stato al centro di una ventilata promozione a DT, resta al suo posto, ha energie, stimoli e capacità comunicative per gestire questi due anni e mezzo e riproporre un catamarano da podio nel 2024.

49er M – Lo skiff maschile è stato tra le delusioni con la mancata qualifica per Tokyo. Mancanza di almeno un equipaggio di vertice, e anche di ricambi credibili in prospettiva, sono difficoltà che non sembrano superate. Al recente Mondiale in Oman Simone Ferrarese e Leo Chistè non hanno brillato. Uberto Crivelli Visconti ha formato un nuovo equipaggio con Giulio Calabrò (ex 470 e azzurro a Tokyo) e ha ripreso gli allenamenti. Il tecnico per questa patata bollente è Pietro Zucchetti (ex 470 femminile), con un ausilio nell’osservazione e crescita di giovani da parte di Daniel Loperfido (ex FX). Un brodino che mette già le mani avanti affermando di guardare più a Los Angeles 2028 che a Parigi. Servirebbe una svolta. Qualche timoniere di livello da altre classi. O il ritorno, serio, di Jacopo Plazzi che però non sembra intenzionato a lasciare il calduccio di Luna Rossa. Qualifica tutta da conquistare.

49er FX – Tanti equipaggi, età bassa, qualche spunto nei risultati (in particolare da Jana Germani e Giorgia Bertuzzi iridate Junior), un paio di scambi di prodiere, la squadra qui è numericamente nutrita, plasmabile, c’è da lavorarci e per questo è stato richiamato Gianfranco Sibello (ex 49er, ma ancor prima già FX dai tempi magici di Giulia Conti e Francesca Clapcich). Oltre a Jana e Giorgia, talento sicuro ma gestione da curare con obiettivo continuità anche al riparo da ingerenze esterne, il materiale umano vede le quasi veterane Carlotta Omari e Sveva Carraro, le giovani in rapida crescita Arianna Passamonti e Giulia Fava, le eterne speranze Alexandra Stalder e Silvia Speri. Al netto di altri rimpasti (Margherita Porro che fa?), sorprese e innesti dal panorama giovanile (anche qui seguito da Loperfido). Qualifica decisamente alla portata, basta non crearci da soli confusioni.

470 MIXED – La novità più intrigante e curiosa. La barca olimpica più anziana trasformata nell’esperimento dell’equipaggio misto. Questioni di tecnica, fisico, testa, tutto rimescola le carte, sarà una disciplina nuova, e da scoprire. Come parte la corsa italiana? Intanto dai successi del fenomeno Marco Gradoni (il tre volte mondiale Optimist 2017-18-19, velista mondiale dell’anno prima della pandemia) con a prua Alessandra Dubbini. Una coppia ben assortita tra il talento e l’istinto del timoniere e il fisico e l’esperienza della prodiera, che ha lasciato segni interlocutori su Mondiale e Europeo 2021. Un prospetto chiaro. Ma dal 2022 si vedrà il vero lotto dei team, si formeranno misti nuovi con volti vecchi, si potranno chiarire le gerarchie internazionali. L’impressione tuttavia è che in questa classe vedremo continue sorprese, novità, accelerazioni, deragliamenti. I podi di Marsiglia saranno una scommessa. Altre coppie al lavoro in Italia sono Maria Vittoria Marchesini e Bruno Festo, Andrea Totis e Alice Linussi, Benedetta Di Salle e Francesco Padovani, Francesco Crichiutti e Cecilia Fedel. Ma è un quadro incompleto, c’è fermento. Il tecnico Gabrio Zandonà, a sua volta è chiamato a resettare certi approcci in funzione delle logiche Mixed.

A proposito: che faranno Elena Berta e Bianca Caruso, due che di carica agonistica ne hanno da vendere e e che servirebbero alla nascente squadra? Si divideranno in due barche Mixed o resteranno insieme per altre avventure (FX)?

ILCA 7 (LASER STD) – Si riparte da Giorgio Poggi e dal gruppo fin troppo consolidato di atleti: Giovanni Coccoluto, Nicolò Villa, Alessio Spadoni, Gianmarco Planchestainer, Giacomo Musone, Dimitri Peroni, con vista abbastanza ampia su altri futuribili astri nascenti nel panorama youth (i vari Cesare Barabino, Matteo Paulon, Pietro Giacomoni, Mattia Cesana…). Abbondanza che però deve partorire una presenza costante e sicura in alta ranking. Gio Coccoluto con il 9° al mondiale di Barcellona 2021 ha perlomeno indicato la strada. Vedremo se questo parametro si stabilizzerà (nel 2022 i Giochi del Mediterraneo sono una ghiotta occasione). All’orizzonte, tra le nebbie britanniche, si affaccia l’ipotesi dell’ingresso nel team dell’anglo-italiano Lorenzo Brando Chiavarini, timoniere già pronto e da primo 20% del ranking. Nel team tecnico sono inseriti anche Francesco Marrai, nel ruolo di talent scout tra i baby con vista sul 2028 e Chicco Caricato, coach della Giovanile di Alessandra Sensini. Qualifica con qualche chance in più, ma serve concentrazione, e la zampata giusta.

ILCA 6 (LASER RADIAL) – La straordinaria Olimpiade di Silvia Zennaro che ha sfiorato una medaglia puo’ aver elettrizzato il già effervescente parterre della squadra di timoniere singoliste azzurre. Che offre l’entusiasmo e l’energia della gioventù più la dote di risultati giovanili eccellenti. Con l’olimpica Zennaro in pausa maternità ma con la dichiarata voglia di tornare (“da Kiel 2022”?), il confermatissimo tecnico FIV Egon Vigna ha a disposizione Carolina Albano (a lei si deve la qualifica olimpica che ha portato Silvia a Tokyo), Joyce Floridia, Chiara Benini Floriani, Giorgia Della Valle, Matilda Talluri, Federica Cattarozzi, le più giovani ma rampanti Sara Savelli e Carlotta Rizzardi. Sarà una bella avventura, tanta carne al fuoco e la necessità di fare una scrematura a fine 2022 per concentrare il lavoro su chi puo’ dare la qualifica olimpica al supermondiale di The Hague nel 2023.

iQFOiL M – Il nuovo windsurf maschile, attrezzo e sport ben diverso dal “vecchio” RS:X, ha già fatto intravedere la rivoluzione in atto nelle classifiche. Per volare su questa tavoletta sovralimentata, oltre alla tecnica specifica, serve un fisico dalle caratteristiche ben definite: alto e magro. La velocità e l’handling con l’attrezzo contano di più delle capacità tattiche e del bordeggio, anche per i format regate sempre più brevi allo studio (ma c’è anche la lunga Marathon). Morale: lìiQFOiL proporrà volti nuovi, protagonisti e personaggi che arrivano chissà da dove, ma (forse, forse, forse) difficilmente dal vecchio RS:X dislocante. Su questo si basa il lavoro del tecnico designato per la squadra maschile, Adriano Stella (già nello staff ma con le ragazze, c’è uno scambio con Riccardo Belli Dell’Isca). Lui è un entusiasta della nuova disciplina, per la quale stravede, ed è convinto che la bontà della ricca scuola azzurra delle tavole a vela alla fine troverà modo di emergere anche su questa classe dal nome impronunciabile ai-chiu-foil. In allenamento ci sono Mattia Camboni (eroico nel superare la delusione infinita della medaglia sfuggita a Enoshima e nel gettarsi anima e corpo (soprattutto, con una dieta per prendere 7-8 chili!) nella nuova impresa, dove entra non più da front-runner ma da matricola), Matteo Iachino (un pro e un guru della nuova classe che ha contribuito a disegnare), Daniele Benedetti, Nicolò Renna, Carlo Ciabatti, Luca Di Tomassi, più un manipolo di scalpitanti giovanotti nativi-foiling. Pronostici impossibili, qualifica non scontata. Ripartiamo da zero in un’area dove eravamo padroni della scena.

iQFOiL W – Valgono tutti gli stessi discorsi, il tecnico qui come detto è Chicco Belli, la squadra è già bella pronta, con il rinnovato testa a testa tra Marta Maggetti (uscita rinforzatissima e motivatissima dal 4° posto olimpico a Enoshima) e Giorgia Speciale (serbatoio inesauribile di carica agonistica, attesa al difficile test del nuovo attrezzo che apparentemente non le si addice a pennello, ma guai a contraddire Giorgia!), con l’aggiunta di Sofia Renna, cresciuta a pane e foil, e delle brillanti stelle future Linda Oprandi, Marta Monge, Sara Biancavilla. Vedremo.

FORMULA KITE M/W – Se l’iQFOiL è nuovo, il Kite è rivoluzione totale. Chi si poteva aspettare sei medaglie veliche assegnate spinti in regata da un paracadute? La spettacolare rincorsa del Kite ha sfiorato Tokyo ed è planata su Parigi, ci siamo. Ma come ci arriviamo? Anche qui panorama da scoprire, anche se alcuni valori e personaggi sembrano già delineati. Mettiamo in un unico capitolo Kite maschile e femminile, perché è ciò che ha fatto anche la FIV: c’è un coach unico per il momento, Simone Vannucci che da anni segue il mondo Kite, ma adesso se lo ritrova nell’agone dei cinque cerchi. Le cose cambiano.

L’Italia non parte da comprimaria, tutt’altro. Tra i maschi abbiamo campioni conclamati della specialità come Mario Calbucci e giovani che sono più di promesse, come il 16enne Riccardo Pianosi, già con un palmares internazionale notevole, o il 20enne romagnolo Lorenzo Boschetti, e altri ancora più giovani, millennials del kite come Alessio Brasili o Angelo Soli. Tra le ragazze il team puo’ allineare Sofia Tomasoni (della quale ancora si ricorda l’oro alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires 2018), le specialiste di respiro internazionale, ma di bandiera italiana, Maggie Pescetto e Tiana Laporte, le giovanissime Irene Tari e Gaia Falco. La qualifica sembra un obiettivo alla portata.

CONCLUSIONI – Il 2022 della vela olimpica, Covid e Omicron permettendo, partirà da Palma di Maiorca ad aprile. Varie regate e poi mondiali e continentali ci daranno un quadro aggiornato dei valori. Certo, guardando il Piano Sportivo FIV non è un caso che, sulle 10 discipline olimpiche, solo una (Nacra) ha tra gli obiettivi del lavoro la voce “Podio olimpico 2024”, e solo due (i Kite) la voce “Medal Race 2024”. Tutte le altre hanno come obiettivo la sola “Qualifica”. Sempre non a caso, il Piano dice chiaramente di guardare anche a Los Angeles 2028. A 946 giorni dai Giochi, la vela italiana sembra voler partire col silenziatore, mentre intorno si fa ancora festa per l’oro del Nacra. Ma non si vive di soli Tita-Banti… Si puo’ e si deve immaginare l’inimmaginabile. Zennaro quasi medaglia, Maggetti vicinissima al podio, Ferrari-Calabrò a un tiro di schioppo. Dopodomani un timoniere Laser, un 470 misto, un FX, ancora un Radial, possono trovarsi nelle stesse situazioni. Bisogna crederci e creare i presupposti perché l’Italia resti nazione da vertice assoluto della vela olimpica.

Responsabilità editoriale di Saily.it