Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

TOR: affoghiamo nelle microfibre

Stiamo messi male

Responsabilità editoriale Saily.it

RICERCA DI THE OCEAN RACE - La ricerca rivela che le microfibre sono diffuse nei mari europei: trovate in ogni campione raccolto dai velisti in regata la scorsa estate. Provengono da abiti sintetici, pneumatici, reti e lenze da pesca. Il Mar Baltico è risultato avere i più alti livelli di microplastiche in Europa, il doppio rispetto al Mediterraneo. Misurato anche l'impatto della crisi climatica sui mari europei - LA VELA IMPEGNATA IN PRIMA LINEA

 

Per una volta diciamolo forte e chiaro: questa non è una delle trovate di immagine: la sostenibilità e l'ambiente sbandierati per ripulirsi, più che le spiagge, le coscienze, continuando a non fare cose concrete. E' una cosa seria, l'impegno complessivo di The Ocean Rasce, la terza regata per importanza storica nello sport velico mondiale diretta da Richard Brisius, in iniziative di sensibilizzazione e soprattutto atti concreti, in collaborazione con istituzioni prima che associazioni, fondazioni prima che aziende, scienziati e personaggi della vela. In questo momento probabilnente le posizioni e le azioni di TOR sono le più avanzate dal punto di vista ambientale, ovviamente con particolare riguardo a mari e oceani, rispetto a tante altre sigle.

La ricerca rivelata oggi da TOR non è certo una bella notizia. I dati confermano un trend negativo e tragico, e l'urgenza di fare qualcosa. Sono dati raccolti durante una regata, gli scienziati li ritengono preziosi, per farli da soli avrebbero avuto costi improponibili, hanno collaborato e messo i marinai in regata nella condizione di raccogliere al meglio i dati. E' una cosa concreta. A chi spettano i passi successivi?

AFFOGHIAMO NELLE MICROFIBRE - Brutte notizie, si diceva, e la conferma dell'urgenza ad agire, per salvare il mare, il pianeta, noi stessi. Questa nuova ricerca condotta dagli equipaggi di The Ocean Race nella regata intorno all'Europa la scorsa estate e conclusa a Genova, ha rilevato la quantità rilevante di microplastiche (in particolare microfibre), in tutte le aree del continente. 

Tutti i 36 campioni d'acqua raccolti in Europa, tra cui nel Mar Baltico, nel Canale della Manica, lungo la costa atlantica e nel Mar Mediterraneo, hanno rilevato di contenere microfibre - piccole fibre di plastica che entrano nell'ambiente dalla produzione, lavaggio e uso di abiti sintetici. Le fibre provengono anche dai pneumatici delle auto (1), che finiscono in mare dopo forti piogge e deflussi, e da parti di attrezzi da pesca e lenze. 

I dati, che sono stati raccolti dagli equipaggi partecipanti alla prima edizione di The Ocean Race Europe, hanno indicato che, in media, i mari europei contengono 139 particelle di microplastica per metro cubo. L'83% di queste particelle sono microfibre, mentre il resto sono frammenti provenienti dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi come bottiglie, imballaggi e microsfere contenute negli articoli da toilette. Tre dei campioni (due dalla Manica e uno dal Mar Mediterraneo) contenevano esclusivamente microfibre.

The Ocean Race ha misurato le microplastiche nell'ultima edizione del giro del mondo 2017-18: un’iniziativa pionieristica che ha unito regata e scienza. Quest'estate, l’evento ha cercato di fare un ulteriore passo avanti collaborando con gli enti scientifici GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel in Germania e l’università di Utrecht nei Paesi Bassi, per scoprire di più sulla provenienza delle microplastiche, verificando se si tratti di fibre o frammenti. 

Il Dr. Aaron Beck, ricercatore senior al GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel, che ha coordinato l'analisi dei campioni di microplastica, ha detto: "I dati mostrano chiaramente che le microplastiche sono pervasive nell'oceano e che, sorprendentemente, la componente principale di queste microplastiche sono le microfibre. In passato la ricerca tipicamente si è concentrata sul rilevamento di frammenti, piuttosto che fibre, quindi questi nuovi dati sono significativi e mettono in evidenza il valore delle collaborazioni con partner come The Ocean Race che ci aiutano a definire meglio la composizione e la distribuzione delle microplastiche negli strati superficiali dell'oceano".

I dati raccolti durante la regata stanno contribuendo allo sviluppo di una mappa della plastica nell'oceano e aiutano a comprendere come le microplastiche si trasferiscono negli ecosistemi marini. Le microfibre sono il tipo di microplastica mangiato più di frequente dalle specie marine (2) e quindi rappresentano un fattore preoccupante per la biodiversità oceanica.

The Ocean Race Europe si è svolta nei mesi di maggio e giugno 2021, con partenza da Lorient nel nord-ovest della Francia e arrivo a Genova, in Italia. I dati sono stati raccolti su un periodo di sei settimane, che comprendeva la regata stessa e un prologo, in cui le barche sono partite da Klaipeda in Lituania, e hanno navigato nel Nord Europa e nella Manica fino al porto di partenza. 

Due team, Ambersail-2 e AkzoNobel Ocean Racing, hanno portato a bordo attrezzature scientifiche per raccogliere campioni di microplastiche durante la navigazione, mentre una terza barca, 11th Hour Racing Team, ha misurato i livelli di anidride carbonica (CO2), la temperatura del mare, i livelli di PH e salinità, tutti indicatori chiave del cambiamento climatico.

I dati raccolti durante la regata hanno mostrato che il Mar Baltico ha i più alti livelli di microplastiche in Europa, con 230 particelle per metro cubo, il doppio della quantità trovata in Mediterraneo (112 particelle per metro cubo), che è considerato un hotspot per l'inquinamento da plastica. 

Il dottor Aaron Beck Senior ha dichiarato: "L'alta quantità di microplastica nel Mar Baltico rispetto al Mar Mediterraneo è un dato inaspettato. I fattori, come il periodo dell'anno in cui i dati vengono raccolti, possono avere un impatto sulla distribuzione delle microplastiche. Più dati possiamo raccogliere, in diverse aree e stagioni, meglio possiamo capire la fonte delle plastiche e dove finiscono".

L'oceano gioca un ruolo rilevante nella regolazione del clima. Ha assorbito oltre il 90% del calore in eccesso prodotto dall'uomo dagli anni ’70 (3) e assorbe un quarto della CO2 prodotta dall'uomo (4), contribuendo a mitigare in maniera efficace il cambiamento climatico. Tuttavia, questo assorbimento rende l'oceano più acido, con un effetto negativo sulla vita marina. Le misurazioni della CO2 disciolta fatte durante The Ocean Race Europe da 11th Hour Racing Team sono state fornite al Surface Ocean Carbon Dioxide Atlas(SOCAT), che distribuisce dati per la realizzazione del Global Carbon Budget, una valutazione annuale della CO2 usata per definire gli obiettivi e le previsioni per la riduzione del carbonio. È vitale che gli scienziati comprendano i livelli di CO2 nell'oceano per redarre un bilancio accurato e mantenere il mondo sulla buona strada, per rimanere entro l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5 gradi Celsius.

I dati di CO2 sono stati analizzati anche da EuroSea, un programma finanziato dalla Commissione Europea che migliora i sistemi di osservazione e previsione degli oceani. Si è notato che livelli di anidride carbonica sono più alti in Mediterraneo, come conseguenza delle temperature calde e del poco vento. La CO2 è aumentata molto negli ultimi 200 anni, e l’aumento sta accelerando. 

I dati raccolti in Mediterraneo sono particolarmente utili agli scienziati, poiché il mare nostrum si può considerare come un "oceano in miniatura” (4). La velocità del cambiamento è maggiore in Mediterraneo che in altre parti dell'oceano, e permette quindi di capire cosa succederà in futuro a causa del cambiamento climatico su scala globale.

Simon Weppe, responsabile scientifico di The Ocean Race ha detto: "Il cambiamento climatico e l'inquinamento da plastica hanno, in pochi decenni, causato un drastico declino nella salute dell'oceano. Attraverso la collaborazione unica di The Ocean Race tra i velisti e le organizzazioni di ricerca oceanica, stiamo contribuendo a far crescere la comprensione di problemi terribili. Più conosciamo la portata di questi problemi, meglio siamo in grado di agire per combatterli; è cruciale, poiché lo stato dei mari e il destino del pianeta sono totalmente interconnessi. 

"È vitale che i governi agiscano sulla base di prove scientifiche per proteggere e ripristinare la salute del nostro oceano e tutto ciò che ne dipende. La gara per l'oceano è una gara che dobbiamo vincere".

L'attività di raccolta di dati scientifici di The Ocean Race Europe ha ricevuto l’endorsement del Decade of Ocean Science for Sustainable Development delle Nazioni Unite, un movimento globale che mira a diffondere le conoscenze necessarie per invertire il ciclo di declino della salute dell’oceano, e creare migliori condizioni per uno sviluppo sostenibile dello stesso. 

L'innovativo programma scientifico di The Ocean Race è stato sviluppato in collaborazione con 11th Hour Racing, Premier Partner di The Ocean Race e Founding Partner del programma di sostenibilità Racing with Purpose.

Il report scientifico di The Ocean Race Europe può essere visualizzato qui nella versione completa.

Fonti
1. Atmospheric transport is a major pathway of microplastics to remote regions, published in Nature
2. Microplastic fibers - Underestimated threat to aquatic organisms? The Science of the total environment, Rebelein, A., Int-Veen, I., Kammann, U., & Scharsack, J.P. (2021)
3. Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate, IPCC
4.  The oceanic sink for anthropogenic CO2 from 1994 to 2007, published in Science
5.  Abrupt climate shift in the Western Mediterranean Sea. Scientific Reports, 6, Schroeder, K., Chiggiato, J., Bryden, H.L., Borghini, M., & Ben Ismail, S. (2016)

Responsabilità editoriale di Saily.it