Con voto unanime dell'aula (18 voti), l'Assemblea legislativa ha dato il via libera alla legge che prevede 'Misure per la valorizzazione e promozione della birra agricola e artigianale', di iniziativa dei consiglieri della Lega, Paola Fioroni (prima firmataria), Stefano Pastorelli, Eugenio Rondini, Daniele Carissimi; Daniele Nicchi-Misto, (tra i promotori della legge anche Francesca Peppucci, già consigliere regionale ed attualmente Europarlamentare).
La legge ha tra i principali obiettivi di incentivare e sostenere il settore puntando anche alla creazione di nuove imprese e l'utilizzo di prodotti provenienti dall'interno dei confini regionali, è detto in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa di Palazzo Cesaroni. Prevista una dotazione finanziaria di 100 mila euro per ciascuno degli anni 2023-2024-2025.
Prima del voto sull'atto, Paola Fioroni, di concerto con la Giunta e con l'Assessorato ha annunciato e presentato alcuni emendamenti allo scopo - come la stessa prima firmataria ha sottolineato - di "rendere ancora più operativa la legge".
Prevedono una maggiore specificazione di alcuni passaggi della legge, senza alterare la sostanza del dettato normativo approvato dalla seconda Commissione.
La legge - come è stato anche specificato in aula - si fonda su alcuni pilastri quali la promozione della birra umbra partendo dalle materie prime regionali sia per la birra agricola che per quella artigianale, che consenta di puntare su di una identificabilità dei birrifici del territorio umbro basata sulla qualità e l'utilizzo prevalente di materie prime del territorio; il sostegno alla produzione con incentivi e sostegni economici, con una particolare attenzione anche alle zone più disagiate e all'imprenditoria giovanile e femminile; la formazione, con un'attenzione particolare grazie anche alla collaborazione con il Centro di ricerca per l'eccellenza della birra e con gli operatori (mastri birrai), volta ad una ricerca che consenta di puntare sempre di più sulla qualità; l'istituzione della Giornata e della fiera della birra per promuovere la conoscenza del prodotto e dell'intera attraverso un sempre maggiore scambio di know how: tutto questo prevedendo la creazione di itinerari enogastronomici turistici e culturali legati all'intera filiera brassicola, assicurando anche la creazione di una cultura e educazione al bere responsabile e informato.
Relatore unico è stato Stefano Pastorelli. "Il settore italiano della birra negli ultimi dieci anni - ha detto - ha stabilito record su record in ogni ambito: dalla produzione, al consumo ed esportazioni. Dal rapporto sull'industria alimentare in Italia, stilato dalla Business school della Luiss nel 2019, in Italia il comparto birrario, per il terzo anno consecutivo, ha registrato, infatti, un aumento della produzione (+5%), a cui è seguita una crescita nei consumi (+2,6%) e nell'export (+13%).
Tutto questo grazie all'innovazione e all'attenzione alle nuove preferenze dei consumatori, insieme alla crescente attenzione che il made in Italy è stato capace di generare in ambito alimentare e culinario. Il potenziale di sviluppo del mercato italiano e regionale della birra è enorme. Il consumo pro-capite nazionale è tra un quarto e un terzo di quello che si osserva negli altri mercati, e la produzione è tra un quarto e un settimo. Esistono spazi di crescita importanti anche in considerazione del grande deficit nella bilancia commerciale di birra in cui per un ettolitro esportato, l'Italia ne importa 1,3. L'Umbria da oltre dieci anni si è scoperta terra di birrai, ci sono birrifici che si distinguono per una produzione pregiata e di qualità, premiati a livello nazionale. La maestria e le capacità, ma anche la creatività, dei mastri birrai umbri hanno portato a una produzione di alta qualità. Oggi in attività si contano oltre 35 birrifici, comprese le cosiddette beer firm, ovvero le imprese che producono birra affittando impianti da terzi, ma con un proprio marchio e una propria ricetta. In Umbria opera il primo e unico centro di ricerca sulla birra d'Italia, il Cerb - Centro di eccellenza dell'Università degli studi di Perugia, finalizzato alla ricerca nel campo della produzione, dello sviluppo e della certificazione qualitativa della birra, per la migliore tutela del consumatore e della qualità del prodotto e per favorire la formazione specifica dei tecnici della birra e del malto che costituisce un patrimonio tecnico-scientifico straordinario. La birra umbra artigianale e agricola è un prodotto che merita di essere dunque riconosciuto, tutelato e valorizzato in considerazione del modello virtuoso che si è generato nella nostra regione che ha creato centinaia di addetti qualificati. La birra umbra crea occupazione, valorizza il territorio, se consumata con consapevolezza migliora la salute, oltre che tutelare l'ambiente nel caso in cui le fasi di mescita e consumo del prodotto si svolgano presso l'impianto di produzione, data l'assenza di emissioni inquinanti dovute al trasporto. La ratio della presente legge regionale è proprio quella di individuare il prodotto 'birra umbra agricola ed artigianale' nella sua specificità ed unicità, attraverso una serie di interventi ed iniziative volte a favorire il settore brassicolo regionale". Paola Fioroni, Lega, prima firmataria, ha ricordato che la “legge nasce da lontano e da alcune considerazioni e sollecitazioni nate e ricevute dal territorio, e soprattutto dalla volontà di tutelare una delle eccellenze umbre che rappresenta un settore sempre più importante in termini di occupazione e di attrazione del turismo, capace quindi di costituire una leva dello sviluppo della nostra regione". "La legge - ha proseguito - è stata frutto di un lungo lavoro e confronto serrato con gli stakeholder del territorio e con gli uffici tecnici regionali, che hanno lavorato in modo approfondito e su tutti i fronti di discussione. Prioritario è sostenere ogni comparto che possa valorizzare i prodotti enogastronomici del nostro territorio con tutte le sue eccellenze e quindi il riconoscimento di un settore in grande fermento attraverso il lavoro ed il grande impegno che ha portato diversi produttori di birra umbri a vedersi riconoscere premi importanti a livello nazionale e internazionale. L’Umbria della birra va quindi alla sfida dell’innovazione. Un prodotto quasi assente dalla regione fino a 10 anni fa e che invece adesso punta a crescere e consolidarsi a livello nazionale e internazionale, sulla scia di alcuni marchi che si sono già fatti conoscere. La Regione, nel quadro delle politiche a sostegno delle attività produttive artigianali e del patrimonio agro-alimentare di qualità, si è già impegnata in questo settore con il sostegno alla filiera del luppolo, una scommessa vinta, ma a cui occorre assicurare la continuità strategica perché l’intera filiera sia consolidata”. “Ringrazio quanti hanno lavorato su questa legge" ha detto Simona Meloni, capogruppo del Pd. "Si tratta - ha aggiunto - di una normativa che hanno fatto anche altre Regioni. Il consumo di birra è molto aumentato anche nella nostra regione. È importante e positivo aiutare gli operatori del settore, anche se 100 mila euro non daranno la spinta decisiva, tuttavia è un buon inizio. Bene la promozione, anche in considerazione del centro di ricerca di Deruta. Seppure, dunque, il nostro voto, come in Commissione, sarà favorevole, vorrei però sottolineare che ci sono molte altre proposte di legge ferme nelle Commissioni e che riguardano importanti settori economici e della vita quotidiana delle famiglie. Per questo, in una scala di priorità, avrei portato all’approvazione altre leggi che riguardano soprattutto la cura delle persone. Ma questo, lo ribadisco, non significa essere contrari a questa legge. Per il futuro auspichiamo comunque di guardare anche a comparti più vicini ai bisogni primari della comunità umbra”. “Mi unisco alla soddisfazione dei colleghi Pastorelli e Fioroni" ha annunciato Valerio Mancini, presidente della seconda Commissione, Lega. "Una legge importante - ha aggiunto - che arriva in un momento difficile dell’agricoltura italiana a causa di scelte provenienti principalmente dall’Europa. Importante il finanziamento di 100 mila euro, aumentato rispetto agli 80 mila inizialmente previsti, questo può sicuramente dare più forza a chi vuole intraprendere questo tipo di attività. Importante aver previsto il sostentamento anche per chi produce la materia prima. In Commissione abbiamo fatto un lavoro importante che ha previsto una ampia fase partecipativa e poi di confronto”. Michele Bettarelli, Pd, ha ricordato di avere espresso “già in Commissione un voto favorevole e così farò anche oggi". "Ieri - ha detto ancora - ho preso parte, insieme ad altri rappresentanti e colleghi regionali, ad una iniziativa su questo tema ed ho notato apprezzamento rispetto a queste azioni. Le risorse sono poche, ma l’importante è che ci sono e sono state previste. È giusto avere una normativa che mette paletti su un settore importante come questo. Importante anche aver previsto misure di sostegno per coloro che lavorano nella filiera”. “Su questa legge c’è la piena condivisione dell’Esecutivo" ha annunciato l'assessore regionale Roberto Morroni, parlando di "ottimo il clima di fattiva collaborazione tra tutti i soggetti operanti nella Commissione e l’assessorato". "Si tratta - ha aggiunto - di un testo organico per un settore in crescita e che pone la nostra regione all’attenzione nazionale per prodotti di qualità. C’è una stretta connessione con le iniziative dell’assessorato nell’ottica dello sviluppo delle filiere nel settore agricolo, come quella di aver lanciato la filiera del luppolo. Ieri si è svolto un confronto con produttori e agricoltori rispetto alla fase che sta vivendo questa filiera, che sta andando molto bene. La filiera del luppolo in Umbria sta diventando un riferimento nazionale. Si è trattato di una scelta avveduta e lungimirante. Insieme a questo provvedimento l’Umbria può rafforzare il suo ruolo e dare una spinta alla crescita e allo sviluppo di un settore con tante articolazioni che può dare forza ad altri settori dell’intera regione”.
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