(ANSA) - PERUGIA, 31 GEN - L'Aula di Palazzo Cesaroni ha
approvato all'unanimità la mozione promossa dal consigliere
Andrea Fora (Patto civico) che impegna la Giunta regionale a
"sostenere il progetto 'Museo in Orvieto dei tesori nascosti'
nell'ambito della programmazione di propria competenza, quindi
delle risorse previste dalla programmazione europea e dal Pnrr e
a sostenere l'amministrazione comunale di Orvieto
nell'interlocuzione con il ministero della Cultura per
verificare interesse e fattibilità della proposta".
Dopo aver ricordato che "lo scorso 20 dicembre il Consiglio
comunale di Orvieto ha approvato all'unanimità una mozione in
merito ad un progetto di 'Città dell'arte' per un nuovo
rinascimento in nome di Luca Signorelli", Fora ha spiegato - è
detto in un comunicato della Regione - che "il progetto si fonda
sulla consapevolezza dell'immenso patrimonio artistico
conservato nei depositi di musei, enti e fondazioni, che non è
reso fruibile. Un immenso patrimonio, un tesoro tenuto 'in
riserva', non accessibile al pubblico in quanto ritenuto di
minor interesse (spesso per ragioni che non c'entrano con il
valore artistico e storico, ad esempio per mancanza di spazi
adeguati) rispetto alle opere che vengono rese fruibili nelle
sale adibite alle esposizioni. La valorizzazione di tale
percorso a Orvieto coincide con un appuntamento molto
significativo che cadrà nel 2023: i 500 anni dalla morte di Luca
Signorelli e di Pietro Vannucci. Poter fare di questo
appuntamento, nel quadro di celebrazioni che si annunciano fin
da ora come molto importanti, l'occasione di lancio di un
progetto operativo con cui si va alla realizzazione di una
iniziativa come quella prospettata è la dimostrazione che anche
le celebrazioni non si fermano all'immediatezza e entrano nella
logica che Fernand Braudel avrebbe chiamato della lunga durata e
che per le grandi operazioni culturali è certamente la logica
giusta. L'idea è portare alla luce questo immenso patrimonio,
'mostrare i tesori segreti'. Si può fare nella forma di
un'impresa con più soggetti protagonisti che si consorziano e
organizzano cicli semestrali/annuali di mostre con i materiali
custoditi nei loro depositi".
"Si tratterebbe dunque - ha aggiunto Fora - non di un museo di
natura, forma e gestione tradizionali, ma di una vera e propria
impresa culturale del tutto nuova, della quale la parte
espositiva, che è mobile e ciclica (nel senso che proviene e
ritorna ai musei, a meno che essi non decidano altrimenti), è
l'occasione intorno alla quale ruota poi tutta un'altra serie di
attività. Un'impresa dunque, un'organizzazione e una conduzione
aziendale, una logica produttiva".
"Le condizioni di base perché l'idea possa assumere la forma di
progetto - ha spiegato Fora - sono innanzitutto tre: la
disponibilità iniziale di almeno tre grandi musei nazionali in
modo da assicurare un primo ciclo triennale di esposizioni; la
disponibilità di ambienti idonei in una città che per le sue
caratteristiche sia attrattiva, attrezzata allo scopo e in
posizione logistica favorevole; l'assunzione del progetto da
parte del Governo come operazione di valorizzazione dell'arte
italiana nel mondo, veicolo di bellezza, scoperta del variegato
patrimonio diffuso nei territori, strumento di crescita
culturale e di promozione turistica. Orvieto appare come la
città naturalmente vocata ad ospitare un progetto con queste
caratteristiche e capace di svolgere le funzioni indicate.
Anzitutto per storia e caratteri distintivi della città, ma
anche per la presenza di un patrimonio di edifici dismessi di
grande pregio e capienza e potenzialmente idonei allo scopo
seguendo una logica di progetto integrato. C'è anzitutto, come
sede ideale, la ex Caserma Piave, un complesso di notevoli
proporzioni, che sorge su un'area di 42mila 200 mq all'ingresso
sud-est della città, con 5 edifici di complessivi 41mila mq di
superficie coperta. Una costruzione degli anni trenta del
Novecento e dismessa fin dagli anni novanta, molto più
flessibile di quanto non si creda e su cui esiste già un
progetto di massima per la sua valorizzazione che si tratta di
riscoprire e vedere in che modo possa essere reso utile. Ci sono
poi, per un ideale sistema integrato, edifici dislocati nei
diversi quartieri della città, dalla zona Duomo a San Giovenale
e a San Giovanni, da San Francesco a San Paolo, che nel loro
insieme prefigurano un sistema sia direttamente connesso alla
funzione museale sia indirettamente utilizzabile per le funzioni
di supporto o collaterali. In realtà è la città intera che si
presta ad ospitare un progetto così ambizioso e così
significativo. Un progetto come questo, che si pone come parte
del grande processo di rilancio e riorganizzazione del Paese
previsto dal PNRR e che per questo coinvolge i diversi livelli
istituzionali (lo Stato, la Regione, il Comune di Orvieto e i
Comuni del territorio), soggetti pubblici e imprese private, non
meno che le organizzazioni sociali, le associazioni e i semplici
cittadini, si pone per la città nei termini di una sfida
epocale, nel senso che esige una messa a verifica dello stato
delle cose presenti e delle trasformazioni da operare".
"Com'è noto - ha ricordato - le sei missioni del Pnrr
riguardano: digitalizzazione, innovazione, competitività,
cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica;
infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e
ricerca; inclusione e coesione; salute. Il progetto Most Orvieto
è coerente direttamente o indirettamente con tutte e sei le
missioni. Il documento sulle opportunità offerte dal Pnrr per i
comuni italiani, opera del dipartimento della Funzione pubblica
del Ministero per la pubblica amministrazione, fornisce un
quadro completo delle molteplici iniziative di miglioramento che
possono essere intraprese a livello locale sulla base di una
visione generale".
L'assessore Paola Agabiti lo ha definito un "progetto molto
ambizioso sia per l'importanza culturale dell'iniziativa e del
luogo che per il fatto che permette il coinvolgimento di scuole
di restauro e di altre istituzioni. Giusta la finalità di dare
una prospettiva diversa e moderna all'ex caserma Piave, un
progetto impegnativo su cui la giunta, pur consapevole della
complessità, non può che stare al fianco del Comune di Orvieto
per verificare, d'intesa con il Ministero della Cultura, quale
sia la strategia giusta che le istituzioni possono mettere in
atto". (ANSA).
Fora,sostenere progetto Museo in Orvieto dei tesori nascosti
Assemblea Umbria approvato la mozione promossa dal consigliere
