La seconda Commissione
dell'Assemblea legislativa, presieduta da Valerio Mancini, si è
riunita a Palazzo Cesaroni per una audizione sul "Recepimento
dei dati sui consumi in Umbria ed emergenza energetica" con le
associazioni regionali di categoria Confcommercio, Coldiretti,
Confindustria, Federalberghi.
Dagli interventi è emerso una generale richiesta di riduzione
della burocrazia legata alle autorizzazioni per i nuovi impianti
per la produzione di energia, soprattutto in relazione a
strutture fotovoltaiche ed eoliche. È stata anche evidenziata la
necessità di intervenire con celerità per affrontare una
situazione definita "spaventosa ed abnorme", che rischierebbe di
indebolire fino alla chiusura molte aziende della manifattura,
del commercio, del turismo e dell'agri-zootecnia.
Il contesto tratteggiato dagli intervenuti - si legge in un
comunicato di Palazzo Cesaroni - è di aumenti "molto pesanti"
per gas, energia elettrica e gasolio ad uso agricolo (il cui
prezzo, in un anno e mezzo, è passato da 38 centesimi a 1,2 euro
al litro). Tutto ciò, unito agli aumenti delle materie prime
iniziati già ad inizio 2022, rischierebbe di portare alla
chiusura di molte attività - è stato detto -, con ripercussioni
negative sull'occupazione e sui redditi delle famiglie, già
colpite dall'aumento dei prezzi al consumo.
Per tentare di fare fronte a questa situazione alcuni impianti
produttivi starebbero tentando di sfruttare gli orari in cui
l'energia elettrica è meno costosa. Alcuni alberghi avrebbero
già previsto di chiudere in novembre per riaprire in primavera.
Le aziende del comparto agricolo avrebbero necessità di ridurre
i costi del gasolio e dell'energia mentre si potrebbero
incrementare le fonti rinnovabili creando laghetti artificiali
di collina per azionare micro generatori idroelettrici ed
ospitare pannelli solari galleggianti.
Quello della autoproduzione soprattutto attraverso impianti
eolici e fotovoltaici è un tema che è affiorato più volte, con
la richiesta di ampliare gli spazi e i luoghi in cui poterli
installare, salvaguardando le zone soggette a vincolo.
"Già in marzo - ha ricordato Michele Bettarelli, Pd - ho
scritto ai presidenti di Commissione e al presidente
dell'Assemblea regionale mettendo in evidenza che saremmo andati
incontro a difficoltà enormi legate alle problematiche che qui
stiamo affrontando solo oggi. Se la politica si muove solo
quando i problemi esplodono arriva sempre in ritardo. Nella
seduta del Consiglio regionale di ieri la maggioranza ha scelto
di bocciare le mozioni del M5s e dei gruppi di minoranza, senza
nemmeno valutare quali erano le proposte contenute in quegli
atti di indirizzo. Atti che chiedevano riduzione delle accise e
misure immediate per aiutare le aziende ad affrontare la
drammatica contingenza attuale".
Per Thomas De Luca, M5s, "le associazioni di categoria hanno
preso parte al tavolo tecnico che la Giunta avrebbe dovuto
convocare per agevolare la creazione delle comunità
energetiche?". "Il decreto approvato in primavera - ha aggiunto
- ha sbloccato l'installazione nei centri storici mentre la
Regione Umbria ha approvato un regolamento che definisce i tetti
dei centri storici aree 'non idonee'. Anche sulle aree agricole
e industriali sono stati posti ostacoli all'installazione di
impianti eolici e fotovoltaici. Necessario modificare il
regolamento e permettere così alle aziende di fare investimenti
mirati a ridurre i costi energetici".
"Ho depositato in aprile un atto che evidenziava l'esigenza di
affrontare il problema che poi, in questi giorni, è esploso" ha
sostenuto Vincenzo Bianconi, Misto. "Noi - ha proseguito - non
siamo scollegati dal mondo reale e avevamo colto la necessità di
intervenire. Speriamo che, finite le elezioni, si possa operare
per gli interessi degli umbri. Modificare il regolamento
regionale per consentire alle aziende di agire rapidamente per
la produzione autonoma di energia. Devono essere rimossi gli
ostacoli legati ai vincoli presenti nei centri storici, che
impediscono a molti cittadini di produrre energia".
Mancini, Lega, ha sottolineato che "il Consiglio regionale è
attento a queste problematiche". "Il baratro che abbiamo di
fronte - ha aggiunto - è di una profondità che non tutti hanno
compreso. A livello nazionale sono stati approvati molti decreti
ma mancano altrettanti regolamenti attuativi, a dimostrazione
della scarsa lungimiranza delle scelte del Governi Draghi.
L'Umbria potrebbe contare su un enorme patrimonio energetico
legato alle biomasse, che però non viene sfruttato. Ed in ogni
caso i tempi per la loro messa a regime sarebbero troppo lunghi.
La nostra manifattura e le aziende energivore umbre hanno
bisogno di metano, petrolio e magari anche del nucleare.
Bisognerebbe porsi delle domande sull'effetto delle sanzioni che
abbiamo imposto alla Russia e chiedere al Governo di
sterilizzare accise e imposte, annullando Imu D e Tari per le
imprese chiuse e gli alberghi non in attività".
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