(ANSA) - PERUGIA, 16 MAR - La pandemia ha frenato gli
spostamenti degli italiani per curarsi. Nel 2020, la mobilità
sanitaria interregionale, ovvero il saldo che risulta dalla
differenza tra l'attrazione di pazienti da altre regioni e la
'migrazione' da quella di residenza, ha raggiunto un valore di
3,3 miliardi e riflette le grandi diseguaglianze di servizi
sanitari tra Nord e Sud. Lo evidenzia un nuovo report Gimbe, che
sottolinea come le Regioni con maggiore capacità attrattiva si
trovino anche ai primi posti nei punteggi Livelli essenziali di
assistenza (Lea).
In Umbria nel 2020 si rileva un saldo negativo minimo della
mobilità sanitaria regionale, pari a - 20.142.100 di euro di
cui: crediti per 64.248.769 di euro (la regione si
colloca in 14/a posizione) e debiti per 84.390.869 (la regione
si colloca in 14/a posizione).
Per quanto riguarda il saldo pro-capite di mobilità sanitaria,
la regione si colloca in 11/a posizione con un saldo negativo
pro-capite pari a - 23 euro.
Il volume dell'erogazione di ricoveri e prestazioni
specialistiche da parte di strutture private è un indicatore
della presenza e della capacità attrattiva del privato
accreditato. La regione si colloca in 16/a posizione con le
strutture private che erogano il 15,2% del valore totale della
mobilità sanitaria attiva regionale. In dettaglio:
ricoveri ordinari e Day hospital: 16,6% (media Italia 53,5%),
ovvero la regione si colloca in 16a posizione; specialistica
ambulatoriale: 7,8% (media Italia 49%), con la regione che si
colloca in 18/aa posizione. (ANSA).