(ANSA) - PERUGIA, 13 MAR - In occasione della 12/a Giornata
nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, che
ricorre il 15 marzo, Afas ha organizzato un incontro di
sensibilizzazione sul problema, che in Umbria interessa circa 15
mila persone. L'incontro si è svolto nella sala dei Notari, a
Perugia, alla presenza di circa 200 studenti delle scuole
secondarie.
La "Giornata del fiocchetto lilla", fondata 11 anni fa, è
diventata nel tempo un simbolo dell'impegno e della
consapevolezza nei confronti delle problematiche legate ai
disturbi del comportamento alimentare.
"Afas ha nel suo dna - ha spiegato il suo direttore generale,
Raimondo Cerquiglini - il compito e la volontà di portare
messaggi di prevenzione sia all'interno delle farmacie che sul
territorio. Oggi, con questo appuntamento, Afas torna invece ad
essere protagonista della diffusione di questi messaggi, e lo fa
rivolgendosi ai più giovani che nei due anni di lockdown hanno
sofferto tantissimo e che vanno aiutati a non sentirsi soli".
Durante la mattinata è stato ribadito che i disturbi alimentari
sono patologie gravi, spesso causa di morte, ma sono patologie
curabili e guaribili: l'Umbria ha costruito dal 2003 una rete di
eccellenza radicata nel territorio, che si compone di quattro
strutture, due a Todi Palazzo Francisci e Nido della Rondine
dedicate a trattamento di Anoressia e Bulimia in età evolutiva
ed adulta, il Centro Dai di Città della Pieve dedicato al
trattamento dell'obesità e del disturbo da alimentazione
incontrollata e infine il Centro Dca ambulatoriale di Umbertide
che accoglie soprattutto bambini e preadolescenti con disturbi
selettivi dell'alimentazione.
"In Italia - ha detto Laura Dalla Ragione, direttore rete Dca
Usl1 dell'Umbria - sono circa 3 milioni le persone affette da
disturbi alimentari, circa 15mila solo in Umbria e le giornate
come quella di oggi ci permettono di ricordare ai ragazzi, con
un linguaggio proprio di questa età, che da soli non si può
guarire ma che chiedendo aiuto se ne può uscire".
Tra gli argomenti affrontati, anche quello dei social network
come veicolo di diffusione del disturbo tra i giovani. (ANSA).