La situazione migliora ma "non
bisogna credere che la pandemia sia finita. Il virus rimane con
noi e bisogna imparare a conviverci". A pochi giorni dalla
possibile riapertura di numerose attività anche in Alto Adige,
l'assessore alla sanità della Provincia di Bolzano, Thomas
Widmann, invita a non cedere a facile ottimismo.
"Prudenza e test" sono le due parole d'ordine. "I contagi ed
i ricoveri calano, ma non pensiamo che il virus non sia più tra
noi", avverte Widmann che ricorda l'esempio della Sardegna
passata da unica zona bianca in Italia a zona rossa in poche
settimane. "Anche da noi, se non siamo cauti, la situazione può
cambiare rapidamente", ribadisce Widmann.
È su questa consapevolezza che si fonda la strategia di
testing avviata dalla Provincia, prima nelle scuole ora anche
tra la popolazione. Nell'ambito del progetto dei test nasali
autosomministrati, ieri sono stati avviati i primi centri a
Bolzano e nei prossimi giorni altri ne apriranno in altri
comuni. Nel capoluogo si sono presentate 1.129 persone di cui 4
sono risultate positive al Covid-19.
"Il continuo monitoraggio è la colonna portante della nostra
strategia contro la pandemia sin dall'inizio - sottolinea ancora
Widmann - effettuiamo più di 10 mila test giornalieri e i test
nasali". I test nasali sono stati avviati da tempo, non senza
polemiche, nelle scuole per consentire le lezioni in presenza.
"Ieri sono stati testati 34.940 alunni nelle scuole - riferisce
Widmann - e 28 sono risultati positivi. Potrebbe sembrare poco,
ma se si calcola biostatisticamente l'incidenza, significa che è
oltre i 200 il che porterebbe a nuove chiusure e questo non lo
vogliamo. Con i test intercettiamo le catene di infezione quando
iniziano, non per non avere l'infezione, ma per rallentare la
diffusione del contagio e delle varianti".
Altro pilastro della strategia altoatesina sono i vaccini:
114.523 persone hanno già ricevuto la prima dose e 45.668 anche
la seconda. Gli ultraottantenni vaccinati sono più di 25.000, il
che significa che, con i 1.600 circa che hanno contratto
l'infezione, circa l'80 per cento degli altoatesini con più di
80 anni è immunizzato.
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