Dal 17 al 29 dicembre torna in
Toscana, nelle chiese e nei teatri, il più grande festival
gospel d'Italia con dieci concerti in dieci città e artisti
provenienti da California, Florida e Washington Dc.
L'edizione numero 26, presentata al Consolato Usa, ha come
'base' una frase di Jim Morrison ('Un giorno anche la guerra
s'inchinerà al suono di una chitarra'): la direzione artistica è
affidata a Andrea Laurenzi e Luca Baldini, la direzione generale
a Massimo Ferri. Tra le città coinvolte Arezzo, Montepulciano
(Siena), Torrita di Siena (Siena), San Giovanni Valdarno
(Arezzo), Marciano della Chiana (Arezzo), Castelfranco Piandiscò
(Arezzo), Cortona (Arezzo), Portoferraio (Livorno), Agliana
(Pistoia) e Carrara.
L'avvio della manifestazione è in programma il 17 al teatro
Poliziano di Montepulciano con 'Nathan Mitchell & The voice of
inspiration", la chiusura il 29 dicembre al Teatro Petrarca di
Arezzo con 'Jp & The soul voices'. L'evento ha il sostegno e il
patrocinio di Consolato generale degli Usa a Firenze e Regione
Toscana. Tra i partner organizzativi, oltre i Comuni anche
Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Fondazione Guido d'Arezzo,
Torrita di Siena Living, Compagnia Teatro Giovani Torrita,
Fondazione Cantiere d'Arte di Montepulciano.
"Il Toscana Gospel Festival è la perfetta premessa al Martin
Luther King Day del 16 gennaio e al mese della Storia
afroamericana, la celebrazione nazionale dedicata alla
riflessione sui traguardi raggiunti dalla comunità afroamericana
e al suo immenso contributo - ha dichiarato la console Usa
Ragini Gupta -. La musica gospel affonda le sue radici negli
'spirituals', un tipo di canto popolare religioso strettamente
associato alla schiavitù degli africani nel sud americano. Le
canzoni servivano come veicolo di comunicazione, riflettendo le
lotte, le speranze e i trionfi degli afroamericani. La musica
gospel rivela una parte importante della storia e dell'anima
dell'America e il Toscana Gospel Festival contribuisce a
raccontare questa storia".
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