Dopo il +2,3% di crescita del
2020, la Cina mira a un forte rimbalzo dopo la crisi della
pandemia del Covid-19, puntando nel 2021 a un'espansione di
oltre il 6% annuo con maggiori sforzi su riforme, innovazione e
sviluppo di alta qualità. Il governo prevede un deficit di
bilancio del 3,2% sul Prodotto interno lordo, ha aggiunto Lee
nel suo intervento, un equilibrio di base della bilancia dei
pagamenti, una solida crescita dei redditi e un forte aumento
sia dei volumi sia della qualità delle importazioni. L'economia
cinese è stata l'unica grande al mondo ad espandersi lo scorso
anno, aiutata dalle iniezioni di liquidità della banca centrale
per sostenere le imprese, dalla spesa fiscale extra per le
infrastrutture e dal rapido controllo dei focolai di coronavirus
a livello nazionale. Secondo le proiezioni di diverse banche
d'affari, tra cui Nomura, la crisi del nuovo coronavirus ha
messo Pechino nelle condizioni di superare gli Usa in anticipo,
entro il 2028, due anni prima del previsto. Il Fmi ha stimato,
nelle sue ultime previsioni di gennaio, una crescita della Cina
per il 2021 dell'8,1%. Accanto a quella ripresa, l'economia ha
accumulato debito e ha visto aumentare le preoccupazioni per le
bolle degli asset, alimentando le aspettative su una stretta
agli stimoli monetari e fiscali mobilitati per contrastare la
pandemia. La riunione di quest'anno del Congresso nazionale del
popolo, presieduta dal presidente Xi Jinping, durerà una
settimana con tre sessioni plenarie caratterizzandosi
soprattutto per il nuovo piano quinquennale che copre il 2021-25
e il programma strategico di 15 anni fino a 2035. Alcuni degli
obiettivi chiave già delineati includono il rafforzamento della
domanda dei consumatori, l'investimento nelle industrie hi-tech
e le sfide di lungo termine come l'invecchiamento della
popolazione.
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