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Ciclismo: la Vini Zabù decide di rinunciare al Giro d'Italia

Ciclismo

Ciclismo: la Vini Zabù decide di rinunciare al Giro d'Italia

Dopo il caso di positività al doping del corridore De Bonis

ROMA, 15 aprile 2021, 09:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dopo la positività all'Epo del corridore Matteo De Bonis, riscontrata in un controllo fuori competizione del 16 febbraio (si tratta del secondo caso nella squadra dopo quello di Matteo Spreafico), il team guidato da Angelo Citracca ha deciso di rinunciare al Giro d'Italia. "Il team e il main-sponsor Vini Zabù hanno deciso di dare un messaggio importante al mondo del ciclismo, che sia di insegnamento per quegli atleti che ancora pensano di poter prendere scorciatoie barando", spiega la Vini Zabù, su Facebook.
    "Il Team, infatti, ha concordato con il proprio main-sponsor di non partecipare al Giro, nonostante abbia dimostrato agli organi competenti di aver adottato le più diligenti misure per combattere il doping.
    L'investigazione interna ha confermato la totale estraneità degli atleti e di tutto il team a qualsiasi pratica scorretta.
    Il main-sponsor e il team hanno sensibilizzato l'atleta De Bonis della necessità che collaborare fattivamente con gli organi inquirenti, affinché questo episodio increscioso possa trasformarsi in un efficace strumento di lotta per debellare le organizzazioni che commerciano sostanze vietate. Dalla effettiva attività di collaborazione con gli organi inquirenti dell'atleta De Bonis, dipenderà la scelta di adire o meno le vie legali a risarcimento degli enormi danni subiti", si legge nel post.
    "La nostra decisione di non partecipare al Giro di Italia vuole sottolineare il pregiudizio che l'illecita condotta del singolo può arrecare alla squadra, con effetti devastanti per chi, invece, profonda il massimo impegno per consentire ai ciclisti di gareggiare. Un doveroso ringraziamento alla Rcs Sport per la considerazione dimostrataci con l'invito al Giro d'Italia e per aver valutato positivamente il nostro progetto.
    La nostra rinuncia alla corsa più ambita dai ciclisti italiani è un gesto d'amore per il ciclismo", conclude.
   

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