Il futuro dell'occupazione, soprattutto dopo l'avvento della pandemia, non potrà prescindere da processi di sviluppo della forza lavoro, sostenuta (e salvaguardata) grazie ad una formazione costante ed adeguata alle sfide del mercato, ad uno svolgimento delle mansioni 'agili' sempre più responsabile e mediante una "contrattazione di qualità". Questo quanto emerso oggi dal convegno 'Contratti 4.0. Innovare le imprese, tutelare il lavoro', che si è tenuto a Roma, nella sede del Cnel, alla presenza del presidente Tiziano Treu, del segretario generale di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, del presidente di Cifa-FonarCom, Andrea Cafà, e di Cesare Damiano, già ministro del lavoro, chiamato a ricoprire l'incarico di direttore scientifico del neonato Osservatorio sul lavoro voluto da Cifa e Confsal. Per Treu, l'iniziativa permette di "riflettere sulle trasformazioni dell'impresa e dell'occupazione" che sono in atto, e vengono messe al centro dell'attenzione anche da parte delle Istituzioni europee, attraverso una digitalizzazione che modificherà sempre più l'organizzazione degli incarichi e la produttività, sia che si agisca in azienda, sia che si operi 'da remoto'.
A tal proposito, ben si inserisce, nel panorama dell'occupazione nazionale l'accordo "interconfederale" che è stato recentemente sottoscritto da Cifa, di cui il presidente Andrea Cafà parla come di un'intesa che rappresenta "una vera rivoluzione del lavoro subordinato", visto che l'intento è far nascere "una figura di dipendente che lavora in autonomia, si gestisce il proprio tempo, ha le proprie responsabilità", e "si interessa" sempre più dell'impresa di cui fa parte. Lo smart working così declinato, aggiunge, figlio dell'emergenza sanitaria da Coronavirus, ma in realtà già 'in nuce' nelle intenzioni della Confederazione, "è in grado di fornire vitalità al mercato del lavoro", perché imprenditori ed addetti sono "pienamente consapevoli degli obiettivi di raggiungere insieme". Il Covid-19, infatti, ha agito da stimolo nei confronti di una strada, quella della digitalizzazione dei processi produttivi, mediante un buon uso della tecnologia ed incrementando le abilità del lavoratore, che si stava tracciando pure in precedenza. Ora, però, occorre che gli addetti vengano anche favorevolmente "contaminati" dalle leve giovanili dell'occupazione, che in prevalenza sono 'nativi digitali'. E che tutti, incalza Cafà, coltivino quelle "competenze trasversali" fondamentali per l'azienda ed il suo futuro.
Nel documento politico-programmatico dell’Osservatorio, illustrato da Damiano, Margiotta e Cafà, si legge come sia giunto il tempo di "reinventare un modello di società con un sapiente, tempestivo e lungimirante utilizzo delle risorse, a partire dal Next Generation Eu. L’economia, a livello globale, è alla ricerca di nuove coordinate: la green economy, la digitalizzazione, le infrastrutture materiali e immateriali, un riparo al dissesto idrogeologico costituiranno gli asset fondamentali della futura crescita e avranno bisogno di investimenti forti e qualitativi sul welfare di nuova generazione", si sottolinea.
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Fonarcom