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Governo, Conte vede Draghi: "Restiamo al governo ma serve discontinuità"

un'ora di colloquio con draghi

Governo, Conte vede Draghi: "Restiamo al governo ma serve discontinuità"

Le richieste di M5s sono un cambio di passo su famiglie e imprese. Il leader pentastellato: "Basta mettere in discussione il reddito"

06 luglio 2022, 13:47

Redazione ANSA

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M5s: Conte a parlamentari, spiegato a Draghi disagio - RIPRODUZIONE RISERVATA

M5s: Conte a parlamentari, spiegato a Draghi disagio - RIPRODUZIONE RISERVATA
M5s: Conte a parlamentari, spiegato a Draghi disagio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Abbiamo parlato con Draghi, gli abbiamo consegnato un documento a nome del M5s, abbiamo accumulato un forte disagio politico. Noi siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo come abbiamo fatto fino a qui in modo leale e costruttivo ma occorre un forte segno di discontinuità". Lo ha detto il presidente M5s Giuseppe Conte al termine dell'incontro con il premier Mario Draghi durato oltre un'ora. "Non permettiamo più che il reddito di cittadinanza sia messo quotidianamente in discussione", ha detto Conte in un altro passaggio. "Dobbiamo intervenire - ha elecato l'ex premier - a favore di famiglie e imprese con un intervento straordinario. 200 euro di bonus non servono. Va tagliato il Cuneo fiscale. Dobbiamo intervenire per i lavoratori e sul salario minimo". "Draghi - ha spiegato - si prenderà un po' di tempo per valutare le nostre richieste, non mi aspettavo una risposta immediata, non sarebbe neanche stato serio".

"Noi usciamo dall'esperienza del Conte 2", ha detto Conte in serata, alla congiunta con i parlamentari, in cui "abbiamo costruito un progetto politico e realizzato una serie di iniziative politiche nel segno della giustizia sociale. Questo ci spinge a continuare il dialogo in particolare con il Pd e Leu. Però le alleanze per noi non sono un dato acquisito una volta per tutte. Si basano su obiettivi condivisi e reciproco rispetto. Occorre lealtà e correttezza", "altrimenti a noi non interessa un'alleanza per prendere voti in più. I diktat ci lasciano indifferenti".

Durante la discussione congiunta tra i deputati e i senatori del M5s, secondo quanto riferiscono diversi partecipanti alla riunione, ci sarebbero stati numerosi attestati di insofferenza nei confronti dell'attuale governo e la maggior parte degli interventi avrebbe sostenuto le ragioni di un'uscita dall'esecutivo. Allo stesso tempo, nel dibattito sarebbe stata sostenuta la linea dura espressa dal leader Giuseppe Conte

"Andrà chiarita la disponibilità del governo a lavorare con noi" e questa disponibilità "dovrà essere reale. Dovrà anche cambiare il metodo", ha detto Conte ai suoi parlamentari. Ad esempio, "non accetteremo testi complessi che arrivano in Cdm all ultimo minuto e di cui non sappiamo nulla". "Questo governo deve cambiare marcia - ha aggiunto - non possiamo stare qui in nome di una generica responsabilità" che rischia di diventare "corresponsabilità per un atteggiamento remissivo". Conte durante l'incontro ha spiegato di aver prospettato a Draghi "obiettivi politici chiari" e avergli spiegato che "non è pensabile che si continui a lavorare con forze politiche che ogni giorno mettono in discussione il reddito cittadinanza. Con lealtà siamo i primi a voler migliorare la riforma". "Ho detto anche chiaramente a Draghi che in una situazione di grande difficoltà economica non possiamo combattere da soli nell'indifferenza dell'esecutivo la battaglia per il salario minimo. L'esecutivo batta un colpo". Il leader del M5s si è poi soffermato sul "prezzo del gas" e sulle "proiezioni ferali in autunno. Non possiamo inseguire un'Ue in ritardo. Dobbiamo intervenire. Stiamo parlando di scostamento bilancio" e sugli extraprofitti "suggeriamo di ampliare la sfera".

Nel pomeriggio intanto è arrivato il commento ironico di Alessandro Di Battista: "E anche oggi il Movimento 5 Stelle esce dal governo domani. Esprime a Draghi il proprio disagio, come se uno dei peggiori Presidenti del Consiglio della storia fosse un prete nel confessionale. Chissà, magari il Movimento uscirà dal governo dopo l'estate, quando i parlamentari avranno maturato la pensione. Magari uscirà dopo la finanziaria, momento d'oro per chi è alla ricerca di denari da trasformare in markette elettorali. O forse non uscirà mai. Intanto anche i più irriducibili sostenitori del Movimento, gli ultimi giapponesi direi, si domandano come sia stato possibile ridurre la più grande forza politica del Paese nella succursale della pavidità e dell'autolesionismo".

PALAZZO CHIGI, INCONTRO POSITIVO
L'incontro tra il premier Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte viene definito "positivo e collaborativo" da fonti di Palazzo Chigi. "In primo luogo - spiegano le stesse fonti - Conte ha confermato il sostegno del M5S al Governo; ha presentato poi una lettera, discussa dal Consiglio nazionale del M5S. Molti dei temi sollevati si identificano in una linea di continuità con l'azione governativa. Tra i punti affrontati da Conte, in particolare, il reddito di cittadinanza, il salario minimo, il cuneo fiscale, il superbonus, il caro bollette". Draghi "ha ascoltato con attenzione quanto rappresentato dal Presidente del M5S". Tra i punti affrontati nel faccia a faccia a Palazzo Chigi anche "il sostegno ai redditi medi, la transizione ecologica, la rateizzazione delle cartelle esattoriali".

Conte questa mattina dal partito ha presieduto il consiglio nazionale chiamato a decidere la linea in vista dell'incontro a Palazzo Chigi nel quale è prevalsa la linea della permanenza al governo anche se, sottolineano fonti del movimento, questo è legato alle risposte concrete, nei fatti, che verranno date ai vari punti delle nostre richieste.

IL DOCUMENTO M5S
"Intendo rappresentare il profondo disagio politico che la comunità del M5s sta vivendo ormai da tempo, ancora più acuito dagli ultimi avvenimenti. Ricordo che le ragioni dell'esistenza stessa del M5s sono e restano gli interessi dei cittadini e il bene del Paese". E' un passaggio del documento consegnato dal leader del M5s Giuseppe Conte al premier Mario Draghi. "Abbiamo lavorato sempre per un confronto sereno sui problemi", "non è stato questo l'atteggiamento di tutte le forze politiche di maggioranza. Abbiamo subito attacchi pregiudiziali, mancanze di rispetto, invettive intese a distruggere la nostra stessa esistenza". "La crisi in atto richiede un intervento straordinario, ampio e organico, a favore di famiglie e imprese. Un bonus da 200 euro non vale a risolvere i gravi problemi che i nostri concittadini stanno affrontando. Le abbiamo chiesto più volte uno scostamento di bilancio. Misure di sostegno significativo servono anche per imprese e lavoratori autonomi, che non potranno certo sostenere questa impennata del caro-bollette e questa spinta inflazionistica".

Dopo le tensioni di ieri, intanto, il governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul dl Aiuti, nel testo della commissione. Lo annuncia all'Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. Il voto finale sul decreto legge Aiuti si terrà nell'Aula della Camerta lunedì alle 14. Le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 12.30. E' stato stabilito nella conferenza dei capigruppo. Domani, dopo la votazione sulla fiducia, verranno esaminati gli ordini del giorno al testo. Dopo il via libera della Camera, il testo passerà al Senato, che avrà pochi giorni per esaminarlo prima della scadenza, il 16 luglio. Se la fiducia sul superbonus potrebbe compromettere la permanenza del M5s nel governo? Ne parleremo in riunione di capigruppo e definiremo la nostra posizione sul punto. I nostri ministri già non hanno partecipato al voto" in Cdm "per una norma del tutto eccentrica. Non siamo qui per predicare transizione ecologica di giorno e consentire nuove trivellazioni di notte", così Conte dopo l'incontro con Draghi.

LA DIRETTA DALL'AULA

 

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