Il ventenne britannico Jaswant
Singh Chail, arrestato il giorno di Natale dell'anno scorso
mentre cercava di infiltrarsi armato di balestra nel castello di
Windsor, residenza ormai abituale della 96enne Elisabetta II,
avrebbe voluto uccidere la sovrana. E' quanto emerso durante
l'udienza preliminare alla Westminster Magistrates' Court di
Londra del processo che lo vede imputato per la violazione del
Treason Act, la legge che punisce i reati di alto tradimento e
oltraggio contro la monarchia, per possesso di un'arma offensiva
e minacce di morte.
Secondo la pubblica accusa, rappresentata da Kathryn Selby,
Chail aveva detto a un agente di polizia "sono qui per uccidere
la regina" prima di essere ammanettato e arrestato a Windsor. In
precedenza la sua volontà omicida era emersa in un video in cui
il giovane di origini indiane, attualmente in custodia
nell'ospedale psichiatrico di alta sicurezza a Broadmoor nel
Berkshire, diceva di essere in una "missione" di vendetta per il
massacro di Jallianwala Bagh o di Amritsar, avvenuto nel 1919
nel Punjab indiano, allora parte dell'impero britannico. Sempre
secondo l'accusa, la balestra di Chail avrebbe potuto causare
"lesioni gravi o mortali". La prossima udienza è prevista sempre
a Londra per il 14 settembre.
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