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Covid: Oms, in Cina +45% casi e +48% decessi in 7 giorni

Pechino esorta a non imporre restrizioni ai viaggiatori

   La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha esortato i paesi a non imporre nuove restrizioni a chi arriva dalla Cina, chiedendo invece di "lavorare insieme per proteggere i normali movimenti delle persone". "Sin dallo scoppio dell'epidemia, Pechino ha condiviso informazioni e dati affidabili con la comunità internazionale in modo aperto e trasparente", ha sottolineato la portavoce, auspicando che "il segretariato dell'Organizzazione mondiale della sanità  mantenga una posizione scientifica, obiettiva e corretta, e che si sforzi di svolgere un ruolo positivo per la risposta mondiale alla sfida della pandemia", dopo che l'Oms ha denunciato che Pechino sottostima i decessi e il numero dei malati causati dal virus.

A oggi, tutte le varianti del virus SarsCov2 rilevate in Cina sono già conosciute. In particolare BA.5.2 e BF.7 rappresentano il 97,5% dei casi autoctoni. È quanto ha confermato in una nota il gruppo tecnico sulle varianti dell'Oms (TAG-VE o Technical Advisory Group on Virus Evolution). Il TAG-VE si è riunito lo scorso 3 gennaio analizzando i dati sulle sequenze del virus forniti dagli scienziati dei CDC cinesi. "L'analisi dei CDC cinesi ha mostrato una predominanza dei lignaggi Omicron BA.5.2 e BF.7 tra le infezioni acquisite localmente. BA.5.2 e BF.7, insieme, rappresentavano il 97,5% di tutte le infezioni locali secondo il sequenziamento genomico", scrive il TAG-VE. "Sono stati rilevati inoltre altri sotto-lignaggi di Omicron noti, anche se in basse percentuali. Queste varianti sono note e circolano in altri Paesi e al momento nessuna nuova variante è stata segnalata dal CDC cinese". La situazione cinese continua a essere monitorata con attenzione. Allo stesso tempo il TAG-VE è in allerta per la sotto-variante XBB.1.5 che sta crescendo rapidamente in Usa e in altri Paesi. Negli Stati Uniti, in particolare, secondo l'ultima rilevazione dei Cdc, nell'ultima settimana del 2022 XBB.1.5 era responsabile del 40,5% dei contagi. Nella settimana dal 26 dicembre al primo gennaio, in Cina si è registrato un aumento settimanale del 45% di nuovi casi di Covid e un aumento del 48% di decessi. Lo rileva l'ultimo bollettino epidemiologico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). In particolare, a livello nazionale, il numero più alto di nuovi casi settimanali è stato segnalato dal Giappone (946.130 nuovi casi; -18%), Repubblica di Corea (457.745, -3%), Stati Uniti (393.587, -21%), Cina (218.019, +45%) e Brasile (206.944, -19%). I numeri più alti di nuovi decessi settimanali sono stati segnalati, invece, da Stati Uniti (2.501 nuovi decessi, -14%), Giappone (1.941, -3%), Brasile (1.110, +19%), Francia (803 nuovi decessi) e Cina (648, +48%). A livello globale, durante la settimana dal 19 al 25 dicembre 2022, sono stati segnalati un totale di 23.696 nuovi ricoveri Covid e i tre paesi che hanno mostrato una maggiore tendenza all'aumento rispetto alla settimana precedente sono Cina (22.416 rispetto a 15.161 nuovi ricoveri, pari a +48%), Messico (1.037 rispetto a 915 nuovi ricoveri, pari a +13%) e Singapore (184 rispetto a 165 nuovi ricoveri, pari a +12%). Le tendenze attuali, precisa l'Oms, "sono sottostime del numero reale ed i dati dovrebbero essere interpretati con cautela perché diversi paesi hanno modificato le strategie di test Covid-19, con conseguente riduzione del numero di test eseguiti e di conseguenza un numero inferiore di casi rilevati".

   All'inizio di dicembre, la Cina ha inaspettatamente revocato la maggior parte delle misure contro il Covid che avevano ampiamente protetto la popolazione dal virus dal 2020. Da allora, il Paese sta affrontando la peggiore epidemia di casi, mentre gli ospedali e i crematori appaiono sovraccarichi. Tuttavia, le autorità riportano pochissimi decessi legati al virus dopo un controverso cambiamento nella metodologia di conteggio dei casi. "Riteniamo che le cifre attualmente pubblicate dalla Cina sotto-rappresentino il reale impatto della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, ricoveri in terapia intensiva e soprattutto in termini di decessi", ha detto ieri Michael Ryan, responsabile dell'Oms per la gestione delle emergenze sanitarie.

  Mao ha ribadito che Pechino condivide "informazioni e dati rilevanti" sull'epidemia e ha sottolineato la "stretta collaborazione" tra Cina e Oms. D'ora in poi, solo le persone che muoiono direttamente a causa di un'insufficienza respiratoria legata al virus vengono conteggiate nelle
statistiche cinesi. Il Paese, con una popolazione di 1,4 miliardi di persone, ha registrato solo 23 decessi per Covid da dicembre, nonostante un'ondata di infezioni senza precedenti negli ultimi tre anni.

   Da parte sua, la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ha insistito che "la Cina deve condividere in modo trasparente i dati sulla sua situazione attuale", accogliendo del resto con favore che ieri il meccanismo di Risposta integrata alle crisi politiche (Ipcr) abbia dato una "forte raccomandazione" agli Stati Ue di introdurre l'obbligo di test Covid per i viaggiatori in arrivo che sono imbarcati in Cina. Nonostante l'ondata di epidemia nel paese, da domenica ai cinesi sarà consentito viaggiare all'estero dopo 3 anni. Una decisione questa che ha spinto diversi Paesi, tra cui l'Italia, a richiedere il tampone negativo all'arrivo. E oggi anche la Germania ha annunciato che introdurrà i test obbligatori per chi arriva dalla Cina: lo ha reso noto il ministro della Salute Karl Lauterbach.

   Intanto, secondo l'ultimo bollettino dell'Oms sulla pandemia, a livello globale nella settimana dal 26 dicembre 2022 al primo gennaio 2023, sono stati segnalati oltre 3 milioni di nuovi casi di Covid-19 e 10.000 decessi, con un calo rispettivamente del 22% e del 12%. Ma se si considerano
gli ultimi 28 giorni (dal 5 dicembre al primo gennaio), sono stati segnalati 14,5 milioni di casi e oltre 46.000 decessi, con un aumento del 25% e del 21% rispetto ai 28 giorni precedenti. Dall'inizio della pandemia, indica il rapporto, sono stati confermati 656 milioni di casi e oltre 6,6 milioni di
decessi. 

 

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