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>>>ANSA/Chi inquina paga, Ue lancia offensiva su fisco e imprese

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In arrivo la fatturazione elettronica Ue, nel 2023 codice unico

BRUXELLES, 28 novembre 2022, 19:18

Redazione ANSA

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(di Valentina Brini) Inutile e impossibile nasconderlo: l'Europa è già il Continente nel quale si pagano più tasse al mondo. E la premessa, scandita dal commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni, in tempo di grandi cambiamenti richiede una riforma di equità. La Commissione europea si prepara a un 2023 di grandi novità sul fronte fiscale ed è pronta a dare il via alla sua offensiva a tutto campo su Iva, imprese e ambiente. Interventi che - almeno nelle intenzioni - puntano ad avvicinare il fisco agli obiettivi verdi dell'Unione con il principio del 'chi inquina paga', e a sottrarlo dall'elusione e da una sleale corsa al ribasso tra i governi nazionali. Ai quali spetterà poi l'arduo compito di trovare l'unanimità.
    Nei piani di palazzo Berlaymont la rivoluzione del fisco partirà poco prima di Natale, con tutta probabilità mercoledì 7 dicembre, quando il vicepresidente Valdis Dombrovskis dovrebbe svelare la proposta per la fatturazione elettronica. A raccontarne la necessità sono i desolanti numeri dell'evasione snocciolati dall'ex premier italiano: soltanto "nel 2020 i Paesi membri hanno perso 93 miliardi di euro di mancate entrate Iva", perdite che l'Europa non può permettersi. E dall'e-reporting ci si aspetta "di recuperare 11 miliardi di euro in più all'anno nei prossimi dieci anni".
    Poi sarà il tempo del nuovo Befit, acronimo di un codice unico per fare affari in Europa. Un quadro a base imponibile comune per superare i sistemi nazionali, abbattere i costi di conformità e mettere a tacere le sirene dei tax ruling con cui soprattutto Paesi Bassi, Lussemburgo e Irlanda negli anni hanno attratto le aziende a danno di altre giurisdizioni. La difficoltà di raggiungere l'unanimità tra i Ventisette è già manifesta: alla base del Befit c'è infatti l'accordo globale del 2021 dei 130 Paesi Ocse su un'imposta sulle società a due pilastri, con la riallocazione degli utili imponibili e una base fiscale minima del 15%, l'ormai celebre minimum tax presa in ostaggio dall'Ungheria che da mesi ne blocca l'approvazione al tavolo dell'Ecofin usandola come merce di scambio per il via libera al suo Pnrr.
    Bruxelles punta poi a ottenere nuovi soldi freschi anche dall'ambiente: "c'è margine", ha scandito Gentiloni, "per migliorare il principio del 'chi inquina paga' e la tassazione ambientale" ferma da oltre un decennio intorno al 2% del Pil. E la chiave è adattare il mix fiscale al Green Deal. Una mossa che fa eco alla riforma già lanciata del sistema di scambio di quote di emissione (Ets) e all'introduzione della carbon tax alle frontiere. Tutte misure che alla fine dovrebbero aiutare a sostenere anche lo sforzo del debito comune del NextGenerationEu. Nel complesso, la pressione aumenterebbe sulle imprese che inquinano dando un po' di respiro al gettito derivante dal lavoro. E per tutti i governi del Vecchio Continente, dove il rapporto tasse/Pil è di circa il 40% contro una media Ocse del 33%, la raccomandazione è una: tutelare i più vulnerabili.
   

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