"La corsa senza freni dei prezzi sta
indebolendo, in modo preoccupante, la capacità di spesa delle
famiglie e spinge la pressione fiscale. A fronte di un reddito
disponibile delle famiglie consumatrici aumentato del 2,6% nel
primo trimestre 2022 rispetto al precedente - come certifica la
stessa Istat - il potere d'acquisto, per effetto dell'aumento
dell'inflazione, è cresciuto soltanto del + 0,3% sull'ultimo
trimestre del 2021, mentre la pressione fiscale sale dello 0,5%,
trainata dall'incremento dell'imposte indirette, a partire
dall'IVA". Così Confesercenti in una nota.
"Si tratta di segnali allarmanti che si stanno diffondendo,
negli ultimi mesi, con rapida velocità e che inciderebbero,
pesantemente, sulla crescita dell'economia in autunno, con
riduzioni generalizzate di spesa che comporterebbero un crollo
della domanda interna. Per questo il Governo deve agire con
fermezza e tempestività, soprattutto a livello europeo, per
frenare l'impennata delle tariffe energetiche, l'inflazione
record e lo spettro di una pericolosa recessione per il
continente ed il nostro Paese, insostenibile dopo oltre due anni
di pandemia", conclude Confesercenti.
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