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Gas: Giorgetti, da inizio febbraio taglio del prezzo del 40%

Gas: Giorgetti, da inizio febbraio taglio del prezzo del 40%

'Lavoriamo a meccanismo per premiare i virtuosi con meno consumi'

MILANO, 29 gennaio 2023, 12:45

di Enrica Piovan

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il governo è disponibile a modificare le nuove regole sui prezzi dei carburanti. L'apertura arriva mentre sta per entrare nel vivo in Parlamento il lavoro sul contestato decreto che ha portato i benzinai allo sciopero e ha ricevuto anche la 'bocciatura' dell'Antitrust. Buone notizie arrivano intanto per la bolletta del gas: a inizio febbraio i costi potrebbero scendere di circa il 40%, dice il ministro all'Economia Giancarlo Giorgetti, che intanto sta studiando un meccanismo per arrivare ad un prezzo 'politico', che premi "i virtuosi e chi risparmia nei consumi". Una boccata d'ossigeno, se si pensa che - calcola la Cgia - nel 2022 le tariffe di luce e gas sono aumentate di 91,5 miliardi, con le imprese che hanno pagato il costo più salato. Sul dossier benzina torna il ministro dell'Industria e del Made in Italy Adolfo Urso. "Siamo disponibili, sulla base delle sollecitazioni che giungeranno in Parlamento, ad eventuali ulteriori modifiche migliorative sempre a garantire la trasparenza", dice il ministro ribadendo la posizione del governo nel tentativo di rassicurare la categoria. Che mercoledì ha sospeso lo sciopero di due giorni - poi ridotti a uno - contro il decreto 'trasparenza', ma non la mobilitazione.

L'appuntamento è ora la prossima riunione del tavolo permanente, che si è insediato due settimane fa: "riprenderà l'8 febbraio con tre questioni importanti e significative che loro hanno posto per il riordino complessivo del settore", ricorda il ministro. Un riordino "importante", precisa, necessario "dopo anni di assoluta disattenzione delle istituzioni": con l'obiettivo di posizionarsi su "una strada che consenta a chi svolge questo lavoro di avere i giusti margini di guadagno e quindi di crescita e di servizi da dare al cittadino". In attesa del tavolo, intanto, l'attenzione si sposta in Parlamento. Dove in settimana entra nel vivo l'iter del decreto, incardinato una decina di giorni fa alla commissione Attività produttive della Camera. Lunedì sono in programma le ultime audizioni, poi sarà la volta degli emendamenti: il termine per presentare le proposte di modifica è fissato per mercoledì 1 febbraio alle 10.

In settimana dovrebbe arrivare anche l'emendamento del governo, che aspetterà di ascoltare anche le ultime audizioni prima di formulare le proprie modifiche. La commissione è convocata anche giovedì: si dovrebbero decidere le ammissibilità, prima di iniziare le votazioni. L'arrivo in Aula a Montecitorio sarebbe previsto intorno alla metà di febbraio. Il decreto, che prevede tra l'altro l'obbligo per i benzinai di pubblicare, accanto al prezzo praticato, il prezzo medio regionale e fissa sanzioni da 500 a 6mila euro per chi viola questo obbligo (con la sospensione dell'attività dopo la terza violazione), è stato accolto negativamente fin da subito dai gestori, che ad ogni tentativo di mediazione del governo hanno di volta in volta confermato la protesta. Ma voci critiche sul provvedimento si sono alzate da più parti, dalle imprese ai sindacati, fino all'Antitrust: esporre nei distributori i prezzi medi regionali della benzina non è necessario, ha avvertito il garante Roberto Rustichelli, che segnala "benefici incerti" per i consumatori e anzi "un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi".

Su quest'onda cresce dunque il pressing per eliminare l'obbligo di esposizione dei prezzi, che potrebbe quindi trovare spazio tra gli emendamenti al decreto. Probabile anche che si intervenga sulle sanzioni. E' stato lo stesso Urso a proporre la modifica al tavolo con i benzinai (indicando un minimo di 200 euro e un massimo di 800): in quell'occasione ha indicato anche l'idea di rendere l'obbligo di comunicazione dei prezzi settimanale (e non giornaliero) e di prevedere che la chiusura per omessa comunicazione avvenga dopo 4 omissioni (anziché 3) nell'arco di 60 giorni.

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