"Non arriveremo al 2050, non
stiamo facendo niente per salvare la Terra". Lo ha detto Umberto
Galimberti all'ANSA a margine del suo intervento al Barcolana
Sea Summit. "Non c'è modo di contrastare l'ansia climatica:
salvare la Terra vuol dire rinunciare al profitto. Siamo in
grado? Non credo. Adesso è scoppiata la guerra e stiamo
riaprendo le centrali a carbone...", ha affermato.
"Il problema è che non siamo ancora abbastanza consapevoli
del disastro che facciamo. Per esempio questo inverno la
temperatura sarà di un grado superiore alla media, è tanto! Non
abbiamo nessuna percezione della gravità della situazione. Ce
l'hanno invece i giovani", ha indicato. L'attivismo giovanile
per lo psichiatra non può però essere una ricetta per superare
la crisi: "Il papa incoraggia i giovani a fare chiasso, ma io
dico: 'Con il chiasso, senza armi di ricatto, non risolvi
granché'. Finché l'Occidente va avanti assumendo il denaro come
generatore simbolico di tutti i valori, non possiamo pensare di
risolvere i problemi della Terra. Il problema è che noi solo qui
sulla Terra possiamo vivere...", ha indicato.
"I politici dicono: 'Speriamo, auspichiamo, auguriamoci...',
cosa vuol dire? Sono tutte parole della passività. Giustamente
Pasolini aveva tolto la speranza dal suo vocabolario. Diciamolo
chiaramente: la speranza non esiste. Sono convinto che i giovani
bevano tanto, si droghino non per il piacere che queste sostanze
possano dare ma come anestetico per seppellire l'angoscia che
viene loro quando pensano al futuro", ha concluso.
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