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Sepe festeggia 50 anni del Teatro La Comunità con Bazin

Sepe festeggia 50 anni del Teatro La Comunità con Bazin

26/5 debutto nello storico spazio, mezzo secolo dopo 'Ubu roi'

ROMA, 25 maggio 2022, 17:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà ''Bazin'', il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe che debutta il 26 maggio, a inaugurare la 50/a stagione del Teatro la Comunità, l'unica cantina della neoavanguardia romana degli anni '70 ancora in attività, anzi divenuta un punto di riferimento nel panorama del teatro romano, anche prima di quest'anno tragico e con tante sale chiuse. ''Quando nel 1972 entrai negli spazi del sottoscala in via Gigi Zanazzo, che era un deposito della carta della Zecca di Stato - ricorda Sepe - avevo 26 anni, alcuni spettacoli alle spalle di autori che andavano da Kafka a Lorca, da Sartre a Beckett, più due anni prima quei 'Misteri dell'amore' di Vitrac che avevano attratto l'attenzione della critica più importante''. Per inaugurare il nuovo spazio scelse ''Ubu Roi'' di Jarry, che fu un successo. Seguirono altri spettacoli, a cominciare dal meraviglioso e musicale ''Scarrafonata'' che girò poi tutta Italia, e quindi l'acclamato ''In albis'', che venne invitato al Festival di Spoleto dove debuttò anche ''Accademia Akermann'', titoli oramai storici che dettero a Sepe (e al suo teatro) solida notorietà. Su questa base, in collaborazione col suo grande scenografo di quegli anni, Uberto Bertacca, nel '78 venne ristrutturato definitivamente lo spazio con una scelta che privilegiava le necessità dello spettacolo con un palcoscenico profondo 20 metri e una scalinata per il pubblico di meno di 10.
    ''Ora di anni ne ho ovviamente 76 e il teatro La Comunità ancora esiste, perché l'ho sognato, pensato e allestito io, con grandi sacrifici. Di un locale sotterraneo disadorno, senza luce e umido, ho fatto un vero e proprio teatro, con un palcoscenico, dei camerini, una platea, un piccolo ufficio''. André Bazin è stato il creatore dei ''Cahiers du cinema'' e ha sostenuto giovani critici rendendoli poi registi, creando la nouvelle vague francese e morendo a nel 1958 a 40 anni, mentre il suo allievo prediletto, Truffaut, stava iniziando a girare ''I 400 colpi'' che lui non avrebbe mai visto. Nei panni del critico francese c'è Pino Tufillario e con lui, tra gli altri, Margherita Di Rauso, David Gallarello e Federica Stefanelli. Si replica sino al 12 giugno.
   

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